Mille agenti sono stati mobilitati per i raid della polizia tedesca contro una vastissima rete di pedofili che creava e condivideva pornografia infantile. Oltre duemila gli elementi indiziari raccolti dagli agenti, tra cui figurano dispositivi di archiviazione dati e casseforti. Ciò secondo quanto comunicato dal capo delle indagini, Michael Esser, a Colonia. I raid, ha aggiunto, avevano per obiettivo 50 sospetti, 48 uomini e 2 donne. Nessuno dei quali sospettati di aver compiuto abusi su minori.
Difficoltà psicologiche
Gli investigatori, riferisce il Corriere della Sera, sono alle prese con una grande quantità di materiale che li sommerge di lavoro. E rischia di rendere l’indagine molto lenta. È una lotta contro il tempo per evitare che gli abusi proseguano e catturare tutti i pedofili. Una sfida che gli agenti del cyber-crime vogliono vincere nonostante le difficoltà psicologiche. Molti di loro, infatti, vengono affiancati da psicoterapeuti per riuscire a sopportare gli orrori che vedono. Per le indagini, nel solo mese di giugno, sono stati coinvolti fra i 120 e i 140 investigatori al giorno. Il primo luglio il ministero della Giustizia ha lanciato una task force speciale contro la pedopornografia. Si chiama Zac (Zentrale Anlaufstelle Cybercrime) ed è guidata da Markus Hartmann.
Le ramificazioni della gang dei pedofili
Le perquisizioni sono state effettuate in 12 dei 16 stati della Germania. In particolare in Baviera. Secondo gli inquirenti nella rete potrebbero essere coinvolte fino a 30 mila persone. L’inchiesta partita nell’ottobre del 2019 quando la polizia ha arrestato un uomo di 43 anni a Bargish Gladbach, nelle vicinanze di Colonia. Con l’accusa di aver abusato della figlia da bambina. Durante la perquisizione dell’abitazione gli investigatori avevano sospettato l’esistenza di un network di condivisione delle violenze.