Tra il 26 e il 30 ottobre del 2018 un disastro naturale colpì il Triveneto, distruggendo 42mila ettari di boschi e lasciando a terra 8,5 milioni di metri cubi di legname.
La startup
Tre giovani imprenditori under 30: Federico Stefani, Paolo Milan e Giuseppe Addamo hanno dato vita alla startup Vaia e hanno creato Vaia Cube: un oggetto di design in legno massello pregiato, che permette, senza l’uso di energia, di amplificare quanto si sta ascoltando con il proprio smartphone.
Questo gruppo di giovani hanno inteso realizzare un nuovo modello di business, per andare oltre l’idea di “consumo sostenibile”.
Partendo da una catastrofe
È stato questo il loro interrogativo: “e se produrre non significasse depauperare, bensì ripristinare le risorse naturali di un ecosistema?”. Quindi, partendo da una catastrofe ambientale hanno pensato a restituire quanto tolto alla natura, grazie a un oggetto essenziale, ma al contempo unico in quanto frutto dei colpi di ascia degli artigiani locali e contraddistinto dalle particolari venature delle materie prime.
Uno dei diversi legni utilizzati per realizzare Vaia Cube è quello dell’Abete della Val di Fassa, un pregiato tipo di abete rosso che, per la sua capacità di amplificare i suoni e di renderli caldi e profondi, viene da sempre utilizzato dai liutai per costruire i violini.
Ogni prodotto presenta un spaccatura, realizzata da un falegname con un’ascia che segue la venatura naturale del legno ormai rotto. Si tratta di una scelta fatta con l’obiettivo di far capire cosa è accaduto e portare dentro le case un segno tangibile della foresta ferita. Questo fa sì che ogni pezzo realizzato sia unico: nessuno è uguale all’altro.
“Volevamo trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture” – spiega Federico Stefani, co-founder di Vaia – “Da qui l’idea di usare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design che potesse anche lanciare un messaggio forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio.” Continuando, puntualizza: “Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico, creando allo stesso tempo un progetto sostenibile”.
Il lavoro degli artigiani e la ripiantumazione
La cassa viene realizzata da artigiani e falegnami locali e con ogni acquisto si contribuisce a piantare un nuovo albero e a far rinascere la foresta, in un territorio che oggi presenta notevoli dissesti idrogeologici ed è a rischio frane a causa della deforestazione. Il team della startup ha coinvolto realtà del territorio come Etifor, uno spin-off dell’Università di Padova, e la “Magnifica Comunità di Fiemme” , concludendo a inizio giugno la prima ripiantumazione di 500 abeti e larici nella valle. Ma l’obiettivo è di mettere a dimora nei prossimi mesi ben 7mila alberi, tanti quanto sono i Vaia Cube venduti sinora.