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Ti senti come imprigionato in un limbo? Tutta colpa del Coronavirus

La società italiana di psichiatria parla di vere e proprie nuove diagnosi psichiche dovute al protrarsi della pandemia

La sensazione è quella classica dell’ansia, ma la ragione è invece “straordinaria” ed è dovuta alla pandemia. Quell’agitazione irrazionale che sempre più di frequente colpisce gli italiani ha dei motivi ben circoscritti: c’è l’ansia di chi attende il vaccino che sconfigga il Coronavirus, quella di chi è positivo da tempo e si trova nella condizione di attesa che si protrae tra alti e bassi. C’è anche chi è in attesa di fare il test o del risultato del tampone, o chi aspetta la scadenza della quarantena o dell’isolamento fiduciario.  

La possibile cura

La Società italiana di psichiatria la chiama “ansia da limbo o da sospensione” e la via di uscita sono le relazioni, ovviamente nel rispetto delle normative anti covid. Anzi una opzione potrebbe essere proprio quella di impegnarsi in un progetto collettivo come la prevenzione.

Che cosa vuol dire “ansia da limbo”

L’ ansia da limbo è un nuovo tipo di ansia che si registra in questo periodo, che non è più l’emergenza sanitaria della prima parte di quest’anno. È piuttosto un disagio che si inquadra tra gli effetti psichici indiretti del Covid: una sensazione specifica, “da sospensione del tempo” che aumenta il malessere psichico oltre alle ricadute sociali ed economiche, con risvolti che vanno dall’ansia alla difficoltà di concentrazione, allo spaesamento, ai disturbi del sonno. 

L’attesa che distrugge dentro

In relazione al Covid la sospensione ‘del tempo’ è percepita da chi attende il ‘giudizio’ del tampone, di fare il test o la fine della quarantena, come un’attesa alterata e dilatata, apparentemente infinita, che può essere vissuta in modi differenti a seconda delle nostre personalità: ci sono persone che subiscono passivamente l’attesa, altre insofferenti che reagiscono in modo aggressivo.  

Gli effetti del lockdown

Nel dopo lockdown si sono registrate moltissime diagnosi di disturbo post traumatico da stress, ora, è l’invito degli psichiatri, “dobbiamo imparare a gestire il nostro benessere psichico in questa fase d’attesa. L’antidoto più forte è impegnarsi in un progetto collettivo”.

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