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Straordinario avvistamento di un orso nel Lazio

L'avvistamento di un orso marsicano nel Parco Regionale dei Monti Simbruini è considerato un grande segnale di speranza per questa specie che conta oggi solo 50 individui. Una videotrappola lo ha ripreso aggirarsi di notte nelle foreste del Parco. Alcuni fotogrammi realizzati grazie a una videotrappola ritraggono infatti un orso bruno marsicano che si aggira di notte nelle foreste del Parco Regionale dei Monti Simbruini, nell’Appennino laziale dove, con un’intensa attività di monitoraggio, il personale del Parco è riuscito a documentare la storica presenza di un individuo della popolazione di orso più rara del pianeta. “Una specie di straordinaria importanza e bellezza si aggira tra i boschi non lontani dalla Capitale – dichiara Raniero Maggini Presidente del Wwf Roma e Area Metropolitana – E' il segno della meraviglia che il territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale e degli ambienti ad esso limitrofi possono offrire, assieme ad un patrimonio storico e culturale unico. Ovviamente siamo chiamati anche alle responsabilità verso luoghi e specie tanto vulnerabili. Una particolare attenzione ai nostri comportamenti, a rispettare vicini tanto illustri anche quando si frequentano le nostre seconde case. Insomma l'Orso ci ricorda che non siamo soli, che siamo più ricchi di quanto immaginiamo, che la tolleranza non è uno stile di vita ma un obbligo morale”. 

Orso marsicano: rischio estinzione

Una presenza eccezionale, dunque, considerato che la popolazione residua di orso marsicano conta ormai poco più di 50 esemplari, la maggior parte dei quali distribuiti nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe. Ma una presenza purtroppo sempre più rara sui versanti appenninici laziali, che invece sarebbero in grado di ospitare una popolazione vitale di orso. Infatti il complesso montuoso dei Simbruini-Ernici risulta – secondo recenti studi di idoneità ecologica svolti dai ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma (Ciucci e Gervasi 2016) – una delle aree maggiormente idonee per la presenza del plantigrado. I ricercatori stimano che quest’area montuosa potrebbe ospitare fino a 14 femmine riproduttive, rappresentando potenzialmente una delle aree di espansione più importanti in futuro, in grado di contribuire alla sopravvivenza di una specie oggi purtroppo a serio rischio di estinzione. Ma sono ancora troppi gli ostacoli e le minacce che non permettono all’orso marsicano di espandersi stabilmente in nuove aree, a partire da una mortalità ancora troppo elevata (sono 6 gli orsi rinvenuti morti nel  2018, un dato che non si registrava dal 1984), fino all’assenza di corridoi ecologici che ne permettano gli spostamenti tra le aree appenniniche idonee, dal disturbo procurato da alcune attività umane, che dovrebbero essere meglio regolamentate nelle aree di presenza e di possibile nuova espansione, fino all’incuria umana che permette la presenza di strutture che continuano a uccidere orsi (come dimostrato dalla drammatica morte di un’orsa con due cuccioli lo scorso novembre, annegati in una vasca per l’acqua piovana non a norma, dove già nel 2010 erano morti altri due orsi). Nonostante questo, notizie come quella che arriva dal Parco dei Monti Simbruini ci dicono che salvare l’orso è ancora possibile. Per questo il Wwf, dopo il recente convegno di aprile “Insieme per il futuro dell’Orso bruno marsicano in Appennino”, si sta impegnando per rilanciare e rinvigorire lo sforzo comune contro l’estinzione del plantigrado più raro del mondo, mettendo al centro del progetto SOS Natura d’Italia  proprio l’orso marsicano, e prevedendo azioni concrete di conservazione che possano dare un fondamentale contributo nella sfida di salvare il nostro orso.

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