Il 28 luglio il maestro Riccardo Muti festeggia a Ravenna – la sua città del cuore – i suoi 80 anni. Lo farà con la famiglia, la moglie Maria Cristina Mazzavillani, con cui è sposato dal 1969, i tre figli Chiara, Francesco, e Domenico, e i nipoti.
”In un mondo di Masnadieri” che non gli piace più, Riccardo Muti festeggia il suo ottantesimo compleanno dopo oltre 50 anni di una carriera sfolgorante. Muti la musica l’ha diretta, ma anche fatta rinascere con la sua passione per il pubblico, con le sue esibizioni nel mondo definite spesso “un trionfo”.
Gli impegni del Maestro
Come riporta Ansa, il 29 luglio Muti sarà poi al Quirinale, per il concerto che apre davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il G20 della cultura, in diretta su Rai1.
Il 30 a Napoli dove ha studiato: lo festeggeranno il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella e l’Associazione Ex Allievi nella Sala Scarlatti. Poi il 31 Luglio Muti sarà a Scampia a dirigere i ragazzi della giovane orchestra del quartiere come aveva promesso.
A festeggiamenti finiti, dal primo agosto si dedicherà alle prove della Missa solemnis op. 123 di Beethoven, che porterà al festival di Salisburgo con i Wiener Philharmoniker, nel tradizionale appuntamento di Ferragosto.
Una serie di eventi che riassumono bene il peso del grande artista tra attaccamento alle radici, spirito nazionale, generosità verso le future generazioni e carattere internazionale.
Uomo del mondo, uomo del Sud
”Dopo aver girato il mondo in lungo e largo io resto un uomo del sud”, ha detto recentemente Muti, nato a Napoli il 28 luglio del 1941 per volontà della madre napoletana ma poi tornato subito e vissuto a Molfetta dove risiedeva la famiglia.
A Bergamo, al Teatro Donizetti ”non ancora direttore d’orchestra diressi per la prima volta un concerto, era il 1966 e ‘muovevo il braccio’, come diceva il mio maestro, esercitandomi con l’orchestra Vi’ t Nejedli’ della Gioventu’ Musicale di Praga. Poi nel 1967 – ha raccontato recentemente – vinsi il concorso. Io mi esercitai muovendo il braccio, ma dirigere un concerto è un’altra cosa”.
La sua lunga carriera è segnata da trionfi e polemiche, come quella clamorosa che lo portò ad abbandonare la Scala di cui, dal 1986 al 2005 è stato direttore musicale. O quando nel 2011 al Teatro dell’Opera di Roma, in piena esecuzione del Nabucco, interruppe il coro del Va pensiero, per dire la sua contro i tagli alla cultura con lo spirito risorgimentale del compositore e del suo più grande interprete. Verdi davanti a tutti, ma non c’è compositore che Muti non abbia affrontato spaziando dal popolare al colto, per difendere la musica e farla amare. Non resta che augurare al grande Maestro tante altre soddisfazioni!