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Quel 16 ottobre in cui il “cardinal Bottiglia” divenne Giovanni Paolo II

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Erano da poco passate le 17 del 16 ottobre del 1978 quando l’arcivescovo di Cracovia Karol Wojtyla veniva eletto Papa con il nome di Giovanni Paolo II. La fumata bianca arrivò al termine di un Conclave brevissimo ma drammatico, in cui la Chiesa cercava una svolta dopo la morte in due mesi di Paolo VI e del suo successore Giovanni Paolo I, scomparso dopo appena 33 giorni di pontificato.

Tutto a causa di un pranzo

La candidatura di Wojtyla si affermò durante il pranzo che precedeva la sessione pomeridiana di votazioni. “Se ti voteranno dovrai accettare” gli disse severo il cardinale primate della Polonia Wyszinski. Ma alcuni cardinali non sapevano nemmeno chi fosse il giovane porporato polacco. Il cardinale guatemalteco Mario Casariego, ad esempio, aveva chiesto a qualche confratello a pranzo chi fosse mai “questo Bottiglia”, storpiandone il cognome polacco, di cui tanto si parlava. Durante lo scrutinio il “cardinal Bottiglia” guadagnava voti su voti ed al momento del raggiungimento del quorum scoppiò in lacrime mentre i porporati lo applaudivano festosamente in piedi. E tremando come una foglia di fronte al cardinal Villot che gli chiedeva se accettasse l’elezione, pronunciò parole di grande commozione: “Obbedendo nella fede a Cristo, mio Signore, confidando nella Madre di Cristo e della Chiesa, nonostante le così grandi difficoltà, io accetto”. E per l’affetto che lo aveva legato ad Albino Luciani, decise che si sarebbe chiamato Giovanni Paolo anche lui.

Un papa polacco

Nel frattempo la piazza festeggiava la fumata bianca. E quando il cardinale protodiacono Pericle Felici annunciava al mondo l’habemus papam e che l’eletto si chiamava “Voitiua”, come da perfetta pronuncia polacca, tutti nella piazza pensarono che fosse stato eletto un cardinale africano dopo sei secoli di papi italiani. Giovanni Paolo II si affacciò alla loggia delle benedizioni e affrontò la piazza parlando a braccio e con il cuore. La radio vaticana e l’edizione straordinaria dell’Osservatore Romano spiegarono a tutti che il semisconosciuto nuovo pontefice era un cardinale polacco.

Le prime parole di Giovanni Paolo II

E lui spiegò a tutti che proveniva da un “paese lontano, lontano ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana”. Quindi confessò che aveva “avuto paura di ricevere quella nomina ma che la avevo accettata nello spirito di obbedienza verso Nostro Signore e nella fiducia totale verso la sua madre, la Madonna Santissima”.
La gente applaudiva. Ed avrebbe applaudito ancora più forte quando Giovanni Paolo II aggiunse ancora una nuova piccola confessione, una piccola preoccupazione di quel momento: “Anche non so – aggiunse scoprendo la sua intonazione polacca – se posso bene spiegarmi nella vostra…..nostra lingua italiana: se mi sbaglio….se mi sbaglio mi corrigerete!”. Finito il breve discorso ed impartita la Benedizione Urbi et orbi, il nuovo Papa si consegnò all’abbraccio ed alle feste dei Cardinali.

Un giorno indimenticabile

La “paura” era passata. E Giovanni Paolo II aveva riconquistato il consueto buon umore e la voglia di concedersi anche qualche battuta. Salutando i cardinali si avvicinò a lui il cardinal Casariego. “Adesso lei sa chi è Bottiglia!” gli disse il nuovo Papa con tono amabile e lui diventò tutto rosso. La sera stessa, prima di andare a dormire, Giovanni Paolo II scrisse sulla agendina diario nella quale annotava tutti gli avvenimenti della giornata: “17.15 circa: Giovanni Paolo II”. Ed alcuni biografi notarono che si trattava dello stesso orario nel quale, tre anni più tardi, un terrorista turco gli sparò per ucciderlo nel giorno della Madonna di Fatima. Ma questa è ancora un’altra storia.
Serena Livoli: