Aumentano gli adolescenti con problemi di salute mentale. É quanto annuncia l’Oms in un rapporto che riporta i dati sulla salute fisica, le relazioni sociali e il benessere mentale di 227.441 scolari di 11, 13 e 15 anni, provenienti da 45 paesi della Regione europea e del Canada. Una base di riferimento fondamentale per studi futuri mirati a misurare l’impatto di COVID-19 sulla vita dei giovani. “Che un numero crescente di ragazzi e ragazze in tutta la regione europea stia segnalando problemi di salute mentale – anche semplicemente sentirsi giù, nervosi o irritabili – è una preoccupazione per tutti noi”, afferma Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa. “Il modo in cui rispondiamo a questo problema crescente sarà utile per generazioni. Investire nei giovani garantendo loro un facile accesso ai servizi di salute mentale adeguati alle loro esigenze porterà vantaggi sanitari, sociali ed economici agli adolescenti di oggi, agli adulti di domani e alle generazioni future “, ha aggiunto. Il “Riflettore sulla salute e il benessere degli adolescenti” mostra che sono le ragazze a soffrire maggiormente di disagi rispetto ai ragazzi. Mentre uno su quattro adolescenti riferisce di sentirsi nervoso, irritabile o avere difficoltà a dormire almeno una volta alla settimana.
Il rapporto tra i vari paesi
Il rapporto mostra una sostanziale variazione nel benessere mentale tra i vari paesi. Ciò indica che i fattori culturali, politici ed economici possono svolgere un ruolo nella promozione del buon benessere mentale. In circa un terzo dei paesi, il rapporto ha evidenziato un aumento degli adolescenti che si sentono sopraffatti dai compiti scolastici e un calo dei giovani che riferiscono di amare la scuola, rispetto al 2014. Nella maggior parte dei paesi l’esperienza scolastica peggiora con l’età, così come la percezione del sostegno degli insegnanti e dei compagni di scuola.
La tecnologia digitale
Lo studio affronta anche la tematica del crescente uso della tecnologia digitale che può avere effetti positivi sullo sviluppo, ma può anche amplificare le vulnerabilità e introdurre nuove minacce, come il cyberbullismo, che colpisce in modo sproporzionato le ragazze. Più di un ragazzo su dieci riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo almeno una volta negli ultimi due mesi. Tra gli altri rischi evidenziati nel rapporto ci sono quelli legati al sesso, l’alimentazione e l’inattività fisica. Il comportamento sessuale a rischio rimane un problema: 1 adolescente su 4 ha rapporti sessuali non protetti. A quindici anni il 24% dei ragazzi ha già avuto rapporti sessuali, una percentuale che scende al 14% per quanto riguarda le ragazze. Il consumo di alcool e fumo è in calo, ma il numero rimane alto tra i quindicenni: uno su cinque (20%) si è ubriacato due o più volte nella sua vita e quasi 1 su 7 (15%) ha esagerato con l’alcool negli ultimi 30 giorni.
Sport e alimentazione
Cattive notizie anche sul fronte dell’attività fisica. Solo un adolescente su cinque soddisfa le raccomandazioni dell’OMS per l’attività fisica – i livelli sono diminuiti in circa un terzo dei paesi dal 2014, in particolare tra i ragazzi. La partecipazione rimane particolarmente bassa per le ragazze e gli adolescenti più grandi. Per non parlare dell’alimentazione. La maggior parte degli adolescenti non soddisfa minimamente le attuali raccomandazioni nutrizionali, minando così un loro sano sviluppo. Circa 2 adolescenti su 3 non mangiano abbastanza alimenti ricchi di nutrienti, mentre 1 su 4 mangia molti dolci e 1 su 6 consuma bevande zuccherate ogni giorno. I livelli di sovrappeso e obesità sono aumentati dal 2014 e ora colpiscono 1 giovane su 5, con livelli più alti tra i ragazzi e i giovani adolescenti. Inoltre 1 adolescente su 4 si considera troppo grasso, in particolare le ragazze. “L’ampia gamma di questioni trattate dallo studio fornisce importanti spunti sulla vita degli adolescenti di oggi e dovrebbe anche fornirci una base utile per misurare l’impatto di COVID-19 sull’adolescenza quando emergeranno i risultati del prossimo studio nel 2022”, ha detto Martin Weber, Program Manager for Child and Teenent Health, WHO Regional Office for Europe. “Il confronto dei dati ci consentirà di misurare fino a che punto e in che modo chiusure scolastiche prolungate e blocchi della comunità hanno influenzato le interazioni sociali dei giovani e il loro benessere fisico e mentale”.