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Mare pulito con il cestino galleggiante “aspira plastica”

Un secchio dell'immondizia galleggiante posizionato in mare per cattutrare la plastica. Si chiama “Seabin” ed è – come dice il nome – un vero e proprio “cestino di mare” che, galleggiando a pelo d'acqua, cattura i rifiuti plastici, dai più grandi – quali bottiglie, piatti etc. – fino alle microplastiche. Il cestino è operativo 24 ore su 24, sette giorni su sette e filtrando 25.000 litri d'acqua marina all'ora è in grado di recuperare oltre 500 chili di rifiuti plastici dal mare ogni anno. Il meccanismo è semplice: il cestino viene calato in acqua e fissato ad un pontile galleggiante. Collegato a una pompa, crea un flusso d’acqua nel contenitore attirando a sé tutti i rifiuti galleggianti e i detriti. Le microplastische vengono poi raccolte in un sacchetto di fibra naturale e l’acqua viene aspirata dalla parte inferiore del bidone e fino alla pompa dell’acqua, dove viene poi immessa nuovamente nel porto.

Seabin

Seabin è stato posizionato nella Marina di Genova a Sestri Ponente grazie a un progetto di salvaguardia dell'ambiente portato avanti da Coop e LifeGate. La consegna è avvenuta nell'ambito della quarta assemblea dell'Associazione nazionale cooperative di consumatori-Coop in corso a Genova. Presenti, tra gli altri, all'evento il presidente di Ancc-Coop Stefano Bassi, il presidente di Coop Liguria Francesco Berardini, il direttore scientifico di LifeGate Simone Molteni. “Abbiamo accolto la proposta di collaborazione con LifeGate – spiega Bassi su Ansa – per lasciare un segnale della nostra presenza a Genova che abbiamo scelto come sede dell'assemblea per testimoniare vicinanza a una città ferita dal crollo del ponte Morandi”.

Le microplastiche

Con il termine “microplastica” ci si riferisce a piccole particelle di materiale plastico generalmente più piccole di un millimetro fino a livello micrometrico. Provengono da diverse fonti tra cui: cosmetica, abbigliamento e processi industriali (il caucciù ad esempio, pur essendo una gomma naturale, non è concretamente usato di per sé, ma vulcanizzato e le sue micro particelle, probabilmente prodotte dal rotolamento degli pneumatici, sono state rinvenute in mare). Esistono attualmente due categorie di microplastica: la primaria che è prodotta come risultato diretto dell'uso umano di questi materiali e secondaria come risultato di frammentazione derivata dalla rottura di più grandi porzioni che creano la grande chiazza di immondizia del Pacifico. È stato riscontrato che entrambe le tipologie persistono nell'ambiente in grandi quantità, soprattutto negli ecosistemi marini ed acquatici finendo poi sulle nostre tavole attraverso il consumo di pesce. Da qui, la necessità di ripulire i mari per il benessere umano, animale e dell'habitat naturale.

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