Lo studio dei necrologi che appaiono sui giornali americani ha rivelato un fatto curioso a un gruppo di scienziati: le persone religiose vivono in media tre o quattro anni più degli agnostici e degli atei. Le conclusioni dello studio sono state pubblicate in un articolo apparso sulla rivista Social Psychological and Personality Science. “È interessante notare che nelle città dove ci sono molte persone religiose, questa media” riguarda anche “persone non credenti, il che può essere dovuto al fatto che gli atei e gli agnostici (in questi luoghi, ndr) hanno adottato parte delle abitudini di vita e i modelli di comportamento di vicini e conoscenti credenti”, afferma Laura Wallace dell'Università dell'Ohio (Usa). Il dato fa il paio con un'altra scoperta recente: alcuni biologi hanno verificato che le visite periodiche alle chiese ha marcatamente ridotto le probabilità di morte prematura tra le donne anziane.
Wallace e i suoi colleghi hanno scoperto la relazione insolita tra affiliazione confessionale, salute e aspettativa di vita, dopo aver studiato diverse migliaia di necrologi pubblicati negli ultimi anni su giornali locali in 42 diverse città degli Stati Uniti. Dallo studio si evince che le persone religiose vivono in media da 3,5 a 4 anni in più rispetto al defunto, i cui necrologi non hanno indicato la loro identità confessionale o menzionato la sua assenza. Secondo la Wallace, questi dati sono in parte dovuti al fatto che le persone religiose spesso partecipano alle varie attività della comunità che le loro Chiese conducono e hanno maggiori probabilità di condurre uno stile di vita più sano dei non credenti, grazie a messaggi e divieti sull'uso di alcol e droghe. Ma questi aspetti non spiegano ancora del tutto il dato. La Wallace e i suoi colleghi, infatti, sono già al lavoro per analizzare altri aspetti del comportamento di credenti e atei per poter offrire statistiche più dettagliate sul tema.