Un piccolo batuffolo di pelo, non più grande di una borsetta da sera, nero, con i baffetti scompigliati e gli occhi accesi di quella luce dei cuccioli affamati, non solo di cibo. In un attimo ti cambia la vita: una piccola cesta con un panno, subito dopo sostituita da una cuccia nuova ed un posto d’onore in casa, necessariamente ai piedi del letto altrimenti il pianto della prima sera ti priva del sonno. Il nome, presto! È femmina, è piccola, è nera: si chiamerà Oliva. Ci sono già altri cani ma sono grandi, dormono fuori in giardino; lei stabilisce il privilegio di dormire in casa, cui non rinuncerà più. Ti segue, cerca di capire, di conoscere, di stabilire i riferimenti che le occorrono; i giorni per Oliva passano nell’apprendimento e per te invece per abituarti alla nuova condizione; mica puoi uscire liberamente! Il cane ti segue; lo porti con te? Impossibile! Ecco, lo chiudi in casa; ma la commissione viene accelerata al massimo perché bisogna tornare dal cane, chissà che starà facendo. Non fa nulla aspetta, e quando torni salta di gioia perché è felice e non lo nasconde. Non nasconde i suoi sentimenti: abbaia, perché ha fame, ha paura, vuole stare con te; tace se sta bene e si accuccia in un posto dove può guardarti; ed ovviamente ti segue se ti sposti.
Diventa una presenza costante; non gli occorre molto: mangia poco, deve bere, se hai il giardino provvede da solo ai bisogni e talvolta occorre raccoglierli se li lascia in vista. Ma è sempre lì, felice, corre, gioca, ti aspetta, ti fa compagnia tanto da meritare questo banale attributo indubbiamente efficace, perché il cane, anche più degli altri animali domestici, ti fa compagnia, attira la tua attenzione, concentra una parte dei tuoi affetti, ti occupa piccole faccende, ti riempie il pensiero poiché anche quando ha capito che non lo porti ad uscire con te ed aspetta il tuo ritorno, non può restare da solo se ti allontani per qualche giorno. Ed allora devi preoccupartene, attrezzarti per portarlo con te, organizzarti per lasciarlo in casa, prevedere, fare attenzione, sorvegliare, forse anche limitarti ma in cambio di un concentrato di simpatia e di affetto, cibo per lo spirito.
Chissà perché gioca tanto con i nipotini ed invece abbaia alla vicina scorbutica, salta felice con gli ospiti allegri e va a curiosare proprio da chi ha paura dei cani: “Oddio! Ma è così piccolo, come puoi aver paura!” “Sai, da piccola sono stata morsa e da allora non mi avvicino più”. Neanche il cane. Forse percepisce l’avversità.
Dev’essere proprio così: forse ha un sesto senso che la mette in attesa se un giorno non ti senti tanto bene, che aspetta il tuo umore per esprimersi in sintonia, sembra che viva in simbiosi ma riesce ad anticipare quanto sta per accadere, non solo la visita di qualcuno, quello è facile, sente l’odore o il rumore, anche se a distanza di tempo e di spazio; no, è come se sapesse con anticipo che oggi capita qualcosa di storto, come se captasse una qualche energia negativa che annuncia un disagio. Bah! Dovrebbero studiare questi comportamenti.
Un documentario mostrò che un cane che aspettava la padrona in casa si metteva in allerta appena la padrona lasciava il suo lavoro e si predisponeva al ritorno, prima ancora di uscire dall’ufficio distante diversi chilometri, ad ore non prefissate. Evidentemente captano qualche energia che noi non riusciamo a selezionare. Quando lo dici a qualcuno che il cane non ce l’ha ti guarda stupito pensando che sei una di quelle svampite che frequentano quei negozi di abiti da matrimonio per cani! Ce n’è uno in centro in una florida e raffinata città del nord, grande, attrezzato, evidentemente perché c’è mercato. Vallo a spiegare a chi il cane non ce l’ha! Non capirà che quotidianamente devi rivolgere anche solo un pensiero, un gesto, un’attenzione al tuo cane, qualunque siano i tuoi impegni o il tuo umore. Perché esci e ti accompagna fino alla porta e quando ritorni ti viene incontro. Per anni, tutti i giorni. Ti sembra strano che stasera non viene. Oliva, Oliva dove sei. Oliva.
È sparita. Mille pensieri, cento ipotesi, qualche telefonata, indaghi, aspetti la mattina dopo ma la notte non ti garba. Non c’è. Non torna. Non sai. Qualcuno dice che è andata incontro ad una sventura destinata a te. E la vita ti cambia di nuovo, in un sol momento.