Una barca a vela stampata in 3D attraverserà l'oceano Atlantico. E' questo l'ambizioso progetto di una una startup palermitana, chiamata Ocore, fondata da tre ragazzi italiani: Francesco Belvisi, Daniele Cevola e Mariga Perlongo. L'azienda ha già vinto lo scorso dicembre la15/a edizione del Premio nazionale per l'innovazione. Si tratta della prima imbarcazione al mondo prodotta da un robot in 3D printing, attraverso cui Ocore intende dimostrare le potenzialità della tecnologia che consente la realizzazione di un progetto così ambizioso.
La barca, un Mini 6.50, veleggerà nella Mini Transat 2019, la storica regata atlantica che si svolge ogni due anni da La Rochelle alla Martinica, con tappa alle isole Canarie: 4000 miglia in solitaria, da concludere entro l'ottobre 2019, su imbarcazioni della lunghezza di sei metri e mezzo. Sarà lo skipper romano Alessandro Torresani a salire a bordo e prendere parte alle qualificazioni che lo porteranno in giro per il mondo. Ora il primo obiettivo da raggiungere è quello di riuscire a varare l'imbracazione entro il prossimo ottobre.
“Un nostro grande punto di forza – afferma Francesco Belvisi su Ansa – è quello di riuscire a realizzare strutture complesse, leggere e molto resistenti, grazie anche all'algoritmo che ci supporta nella strategia di deposizione del materiale”. L'innovazione di Ocore, continua Belvisi, permette di produrre “grandi oggetti strutturalmente ottimizzati nelle geometrie e leggeri, perfetti per la nautica ad alte performance”.
La tecnologia Ocore però può trovare ampie applicazioni anche al di fuori della nautica e infatti, precisa Daniele Cevola, “il Mini 6.50 ha principalmente finalità strategiche di marketing, per promuovere ciò che di innovativo possiamo realizzare, con la nostra tecnologia, non solo nel settore della nautica ma in tutti quelli in cui siano richiesti leggerezza e massima prestazione”.