Tutte le strade portano…in Cina. Il Colosso asiatico ha infatti aggiunto la “Via della Seta Polare” alle molteplici tracciate intorno al mondo nell'ambito dell'iniziativa “Belt and Road”, un piano di rilancio delle vie di comunicazioni – sia terrestri che marittime – che dall'estremo est del mondo si spinge fino all'America Latina.
La via artica
Ora il nuovo obiettivo è raggiungere il nord Europa attraverso la “scorciatoia” dell'Artico, l'enorme area marina dell'emisfero nord del mondo coperta da ghiacci che, a causa del surriscaldamento globale, sono sempre più sottili.
Tanto da permettere la navigazione dal passaggio di Nordest, come avvenuto lo scorso anno quando una petroliera russa ha raggiunto dalla Norvegia la Corea del Sud in soli 19 giorni. Senza – beninteso – l'uso di navi rompighiaccio.
Gas e petrolio
Nonostante Pechino non abbia confini in quelle latitudini, vuole però avviare il progetto della Via della Seta artica al fine di dimezzare i tempi di collegamento tra Cina ed Europa del Nord – in media 20 giorni contro gli attuali 48 – e di rilanciare il Paese come “potenza regionale polare“.
L'Artico è infatti considerato la nuova frontiera geopolitica con il suo tesoro custodito di quasi un quarto delle risorse naturali fossili del pianeta ancora tutte da sfruttate. Nello specifico, custodisce il 13% delle risorse mondiali di petrolio non ancora scoperte, e il 30% delle riserve di gas naturale.