In questi tempi di isolamento è forte la tentazione di mangiare cibi che solitamente releghiamo al weekend, quando siamo più distesi e rilassati. Ma il decreto Cara Italia mette il veto: sì alla focaccia, no alla Margherita. A interpretare la normativa vigente è Massimo Ancillotti, dirigente dell’unità Studi e Applicazione Normativa della Polizia Locale di Roma Capitale, che in una circolare spiega ai vigili urbani della Capitale che sarà consentito ai forni di produrre pizza bianca, rossa, focaccia e biscotti secchi, ma divieto assoluto di pizze Margherita e altre versioni farcite.
Sì ai prodotti secchi
L’interpretazione fa leva sul punto 1.4 del decreto che così recita: “Si conferma che l’attività di laboratorio di panificazione può essere esercitata. Tale attività comprende oltre alla preparazione di vari tipi di pane e grissini, anche la preparazione di pizza e focacce tipiche di panificazione, sia bianche (semplici e condite con olio e rosmarino) sia rosse (condite al pomodoro ed olio) e di pasticceria secca. Non si deve considerare compresa la pizza condita e farcita diversamente”. Il documento chiarisce, inoltre, che non è consentito il “consumo sul posto, né […] alcuna altra forma di somministrazione”.
Il mistero della pizza
In altre parole, i forni potranno produrre prodotti destinati al consumo quotidiano e base della dieta italiana. Ma non potranno vendere la pizza. Sul perché dello stop a mozzarella, verdure ed altre farciture resta un mistero, legato tra l’altro anche ad altri prodotti di pasticceria, perché sarà sì consentita la produzione di biscotti secchi, ma non quella di torte e pasticcini farciti. Come sottolinea Fanpage.it, “un’ipotesi plausibile sull’interpretazione fornita ai vigili è che verdure, mozzarella e in generale latticini sono prodotti che dovrebbero arrivare ogni giorno in laboratorio, mentre farina, olio, e passata di pomodoro sono in sacchi o in scatola e quindi ‘prodotti di magazzino‘.