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Il veganesimo etico? “Soddisfa i requisiti per essere un credo filosofico”

Il veganesimo come etica di vita è un credo filosofico e, come tale, non può essere oggetto di discriminazione. E' questo il sunto di una sentenza, già divenuta “storica”, emessa il 3 gennaio scorso da un tribunale del lavoro britannico. Il veganesimo “etico” si distingue dal veganesimo “salutista”, perché non si limita ad escludere dal consumo qualsiasi prodotto derivante dall'uccisione di animali, pesci compresi, ma si propone anche il non sfruttamento degli animali in qualsiasi campo: dunque, il non utilizzo di lana, seta, cera, miele nonché prodotti medicinali o cosmetici che contengano componenti animali o frutto di sperimentazione sugli animali. Una scelta ben più radicale e complessa di quella limitata all'aspetto alimentare. E che, in quanto assimilabile a un credo filosofico, non può essere oggetto di discriminazione, specie sul luogo di lavoro.

La ricostruzione

Come ricostruisce rainews.it, con questa sentenza la sezione del lavoro del tribunale di Norwich, nell'est dell'Inghilterra, ha dato ragione a un vegano londinese, il 55enne Jordi Casamitjana, impiegato della League Against Cruel Sports – un'organizzazione benefica a difesa degli animali e contro sport come la caccia alla volpe, alla lepre e al cervo – che lo aveva licenziato per aver “gettato discredito” sull'ente stesso accusandolo di avere investito in un fondo pensioni formato da società coinvolte in test sugli animali. Casamitjana afferma di aver messo in guardia i dirigenti della Onlus e di aver poi, di fronte alla loro inazione, pubblicamente denunciato le sue obiezioni sull'investimento anche fra gli altri dipendenti. E il conseguente licenziamento, a suo avviso, sarebbe stato dettato dal suo credo filosofico nel 'veganesimo etico'. Sulla liceità o meno del licenziamento, il tribunale si pronuncerà in un secondo momento, anche perché la Lega contro la crudeltà sugli animali afferma di avere cacciato Casamitjana per la sua “pessima condotta” sul luogo di lavoro, non certo per la sua etica di vita, palesemente affine a quella della Onlus. Ma la sentenza crea un precedente giuridico. Il giudice Robin Postle, nel leggere la sentenza, ha detto che il veganesimo etico “soddisfa i requisiti per essere un credo filosofico e come tale è tutelato dall'Equality Act del 2010: la legge che integra, aggiorna e rende organiche le varie leggi del Regno Unito sulla discriminazione. Per comprendere gli effetti giuridici della sentenza di Norwich sul piano concreto, bisognerà attendere del tempo.

Milena Castigli

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