Lo sport scende in campo per essere di vero aiuto per la società civile. Il Parma Calcio 1913 – squadra calcistica professionistica che milita in serie A – ha donato ieri, 3 marzo, 25mila euro al reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Maggiore di Parma “per dare un aiuto concreto per affrontare la complessa situazione sanitaria attuale – si legge in un comunicato del club gialloblù -. Anche i nostri dirigenti, tecnici e calciatori si stanno mobilitando per dare un contributo tangibile a titolo personale. Tutti con lo stesso scopo: scendere in campo al fianco della squadra più forte di Parma, aiutando in maniera attiva e propositiva tutte quelle persone di tutti i reparti dell’Ospedale di Parma che stanno lavorando insieme senza sosta e dietro le quinte per affrontare una situazione difficile”. Il Parma Calcio si rivolge anche ai tifosi, agli addetti ai lavori, agli sponsor, agli appassionati e ai parmigiani per contribuire concretamente donando attraverso bonifico bancario: IBAN IT 39 R 03069 12765100000046031 con la causale “La squadra più forte di Parma – Reparto Malattie infettive”.
Gli ultimi dati
Ieri pomeriggio la Protezione Civile ha fornito gli ultimi dati sulla diffusione in Italia da coronavirus. “Sono 160 le persone guarite dal coronavirus, con un incremento di 11 rispetto a ieri, mentre i deceduti sono 79, 27 in più rispetto a ieri: 17 in Lombardia, 7 in Emilia Romagna, 1 nelle Marche, 1 in Veneto e 1 in Liguria”, ha detto Angelo Borrelli, capo del Dipartimento della Protezione civile e commissario per l’emergenza, durante la conferenza stampa serale, a Roma. “Sono 2.263 le persone positive al coronavirus, l’88% si trovano in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, 1000 si trovano in isolamento a casa, 1034 sono ricoverate con sintomi, 229 sono in terapia intensiva”, ha proseguito Borrelli, che poi ha ricordato che negli ospedali sono state distribuite 400mila mascherine distribuite, mentre prosegue l’attività di ricerca di nuove mascherine. Ad oggi sono stati effettuati 25.856 tamponi 25.856 e l’Istituto superiore di sanità ne ha analizzato 768. Infine, un ringraziamento alla sanità militare che in Lombardia ha messo a disposizione suoi medici”.