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Il diritto spaziale per lottizzare la Luna

Lesley Jane Smith è direttrice dell’International Institute of Space Law e membro dello European Center of Space Law dell’Esa. Avvocato e professore di diritto, alma mater all'università di Edimburgo, in Scozia, e residente in Germania, ha approfondito le questioni della responsabilità civile nel corso di attività commerciali nello spazio esterno, soprattutto in relazione ai problemi dei detriti e dei relitti che affollano le zone del Sistema Solare più vicine alla Terra. Smith ha partecipato partecipare a Roma al forum sulla New Space Economy.  In Italia la space economy muove quasi 2 miliardi di euro, a livello globale circa 300.  

In fiera a Roma

Grandi e piccole aziende del settore, agenzie spaziali, utenti e investitori internazionali, startup e incubatori, centri di ricerca e università. Tutto l’ecosistema spaziale riunito in Italia in una volta sola.  L’occasione è stata la prima edizione dell’Expo-Forum europeo sulla New Space Economy (Nse) che si è svolta dal 10 al 12 dicembre alla Fiera di Roma. L’iniziativa si è svolta in diverse sessioni di conferenze e una vasta area espositiva è stata aperta alle imprese e ai visitatori del settore ma non solo. Il programma è stato preparato da un comitato scientifico internazionale che vede la partecipazione di rappresentanti del mondo scientifico, istituzionale e privato. I temi che sono stati affrontati in 6 sessioni di mezza giornata hanno spaziato dalle nuove forme di mobilità, all’utilizzo della geo-localizzazione per nuovi servizi come il monitoraggio delle emergenze, dei beni culturali, dell’agricoltura e della logistica. E ancora, durante l’evento è stato dato spazio anche alla cybersecurity, alle nuove forme di finanziamento e investimento, alla medicina e farmaceutica, all’iot e alla manifattura spaziale.

60 satelliti

Si sono tenute anche sezioni speciali, in particolare quella dedicata alle megacostellazioni a cui hapartecipato  SpaceX, ditta che ha appena lanciato i primi 60 satelliti della costellazione che ne prevede 12mila. Un’altra è stata dedicata alla parità di genere nelle attività professionale nel settore spaziale organizzata da Women in Aerospace. Infine, una sessione ha riguardato le prospettive della space economy relative alla colonizzazione della luna. Di rilievo anche il programma di sessioni parallele organizzato dalle Space generation advisort council, la rete internazionale di studenti e giovani professionisti nel settore spaziale che prevede una competizione tra startup.“Avere un evento dedicato a questo- sottolineano gli organizzatori-. Ha consentito a livello internazionale di riflettere e cogliere le opportunità che devono essere proposte e mandate avanti in futuro. Quindi c’è stato tutto l’interesse per sostenerlo e trarne ottimi spunti per il futuro. E' stata offerta l’esperienza dei vari Paesi che già hanno avviato iniziative nel settore, ci sono state exhibition, quindi abbiamo visto prodotti sviluppati che possono essere direttamente utilizzati in futuro. Le genzie hanno discusso su come promuovere lo sviluppo delle aziende delle varie nazioni in questo settore.Le fiere sono un volano per lo sviluppo economico sociale dei territori. Da qui è nata l’idea di organizzare questo evento.

Sputnik 

New space economy european Expoforum, mette a sistema le enormi potenzialità rappresentate da questo orizzonte: prima manifestazione convegnistica e fieristica interamente dedicata alla nuova economia dello spazio. E aggiungono: “Il tema legato allo spazio ci sta molto a cuore. Lo spazio oltre ad offrire enormi possibilità di sviluppo economico è strettamente legato alle nostre vite, ci consente di monitorare la stabilità dei nostri edifici e senza di esso non avremmo le tante tecnologie che influenzano la nostra economia”. “Il diritto spaziale ha più di 60 anni. Si fa coincidere la sua nascita con il lancio dello Sputnik 1, nel 1957, da parte dell’Urss, il primo satellite artificiale. Innescò la corsa allo spazio tra le superpotenze, influenzò moda e design e sfidò il diritto. Era chiaro che erano necessari trattati, accordi, regole, leggi in un terreno in cui l’umanità, fino a quel momento, si era mossa solo con gli strumenti della letteratura e della filosofia», spiega alla Stampa  Lesley Jane Smith, direttrice dell’International Institute of Space Law e membro dello European Center of Space Law dell’Esa. Lo sviluppo di un’economia dello spazio, a partire dai satelliti per gestire non solo telecomunicazioni ma servizi e produzione, fino allo sfruttamento minerario di pianeti e asteroidi, darà impulso al diritto spaziale. Dichiara  “l'avvocato delle stelle” alla Stampa: “Sarà necessario, se vogliamo evitare i rischi di una nuova corsa all’oro. Stavolta tra i corpi celesti. Del tipo, “il primo che arriva si prende tutto”. Negli Anni 60 e 70 sono state raggiunte tappe importanti, dalla creazione dell’International Institute of Space Law nel 1960 al trattato sullo Spazio Esterno nel 1967, con il corollario di accordi sul salvataggio e il ritorno degli astronauti, sulla responsabilità per danni causati da oggetti provenienti dallo spazio e sulla registrazione di ogni oggetto lanciato nello spazio. Importante è poi il “Moon agreement”, del 1979, in cui si stabilisce l’uso pacifico della Luna e dei pianeti del Sistema Solare e l’utilizzo scientifico delle loro risorse a beneficio dell’umanità”.

L'accordo 

Secondo il “Moon Agreement”, nessuno può pretendere la proprietà di una risorsa, mineraria o altro, proveniente da un corpo celeste. “È vero: i Paesi che sono parti del trattato sono solo 18 e il diritto spaziale è pieno di paradossi, ma bisogna lavorare su quei paradossi e, con una forte pressione morale, anche dell’opinione pubblica, estendere il numero dei Paesi- precisa Smith alla Stampa-. L’Onu ha creato dal 1959 il “Copous”, il Comitato per l’uso pacifico dello Spazio Esterno, e dal ’92 una divisione dell’Onu è diventata “Office for Outer Space Affairs”, con sede a Vienna. Il problema sarà la presenza di legislazioni concorrenti, quelle dei diversi accordi internazionali, le risoluzioni dell’Onu e le leggi dei singoli Paesi. In alcuni casi ci si potrebbe, per analogia, ispirare al diritto del mare: il punto è che la tecnologia si muove molto veloce e il diritto deve stare al passo. Alcuni sviluppi, d’altra parte, sono potenzialmente inquietanti: lo sfruttamento minerario degli asteroidi più vicini alla Terra potrebbe comportare l’alterazione delle loro traiettorie e il rischio di collisione con il Pianeta“.

Arbitrato

Esiste già una corte di arbitrato con sede all'Aia. Finora nessun caso è stato portato davanti questa corte, anche se è stato raggiunto un accordo su alcune regole per dirimere le dispute. Difficile fare previsioni riguardo all'evoluzione del diritto spaziale. C’è bisogno di cause e vertenze per fare giurisprudenza e non ce ne sono ancora di significative. I casi sono pochi: un potenziale turista che ha fatto causa al tour operator per un viaggio spaziale rimandato. Un’astrologa che richiede danni per i satelliti che alterano la mappa celeste. Un satellite russo che si considera danneggiato dai detriti causati da un test missilistico cinese.  Una superpotenza come gli Usa e un Paese quale il Lussemburgo stanno mettendo a punto leggi per diventare “hub” nel business spaziale. Con disposizioni che elargiscono diritti su risorse raccolte nello spazio. Certo, nel rispetto degli accordi internazionali. È un campo che potrebbe attrarre tanti Paesi dalla finanza facile e dal diritto vago. Oggi la nazione di lancio di una missione spaziale, pure privata, è ritenuta legalmente responsabile. Una multinazionale che sfrutti come base un Paese dalla legislazione compiacente potrebbe essere dissuasa, se le sue attività nel resto del mondo venissero limitate.

 

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