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I Sacri Monti in ambasciata: l'alternativa alla Terra Santa

I nove Sacri Monti sorgono in paesaggi spettacolari, con chiese, calvari ed edicole, custodi di affreschi e pitture antiche. L’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, Pietro Sebastiani ha organizzato l’evento “Raccontare con le immagini: i Sacri Monti un Patrimonio Mondiale dell’Umanità tra Piemonte e Lombardia”, in programma il 23 gennaio a Palazzo Borromeo. Dopo i saluti istituzionali dell’ambasciatore, sono previsti gli interventi dei relatori  Franco Bernabè (presidente della commissione nazionale per l’Unesco), Stefano Bruno Galli (assessore all’autonomia e cultura della Regione Lombardia), Vittoria Poggio (assessore alla cultura, al turismo e al commercio della Regione Piemonte), Salvatore Settis (professore emerito della Scuola Normale Superiore) Claudio Strinati (storico dell’arte). Infinine il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.

Patrimonio mondiale

I nove Sacri Monti dell’Italia settentrionale sono gruppi di cappelle e altri manufatti architettonici eretti fra il XVI e il XVII secolo, dedicati a differenti aspetti della fede cristiana. In aggiunta al loro significato simbolico e spirituale, possiedono notevoli doti di bellezza, virtù e gradevolezza, e risultano integrati in un ambiente naturale e paesaggistico di colline, boschi e laghi. Contengono inoltre reperti artistici molto importanti (affreschi e statue)”. Con questa motivazione, nel 2003 l’Unesco ha iscritto il sito “Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia” nella Lista del Patrimonio Mondiale.

 

Percorsi di preghiera

Un tesoro quasi sconosciuto, ma dichiarato fin dal 2003 patrimonio dell’umanità dall’Unesco: i Sacri Monti di Piemonte e Lombardia, incantevoli dal punto di vista naturalistico, fortemente legati alla devozione popolare e ricchi di testimonianze storiche e artistiche. Nascono tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, con l’idea di creare in Europa percorsi di preghiera alternativi alla Terrasanta, all’epoca inaccessibile per la presenza dei Mori. I frati minori, custodi del Santo Sepolcro, individuano un modello devozionale per Varallo, disegnato attorno al 1480, per costruirvi una “Nuova Gerusalemme”. Carlo Borromeo, vescovo di Milano, favorisce la creazione di altri Sacri Monti, come concreta espressione di fede e come baluardi contro gli eretici. A quello di Varallo, seguono i Sacri Monti di Crea, Orta, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Belmonte, oggi legati tra loro dal Devoto Cammino. Un viaggio, assolutamente inedito, alla scoperta di questi luoghi con l’aiuto di storici e archeologi, uomini di fede ed esperti d’arte, botanici e guardiaparco.

 

Le tappe del viaggio

Tv2000 ha compiuto un viaggio dello spirito tra immagini e suggestioni partendo da Orta, al confine tra Piemonte e Lombardia. Un itinerario-pellegrinaggio tra fede e bellezza, alla scoperta dei nove Sacri Monti siti Unesco. Dalla fine del ‘500, il Sacro Monte di Orta è sempre stato meta di viaggio. Oggi come allora, arrivare sulla vetta, affacciarsi alle terrazze e ammirare il lago e la sua isola offre calma e serenità. Ispirati da Francesco, alla cui vita santa il Sacro Monte è dedicato, la risposta alle domande dei visitatori verrà dal cuore. A Domodossola l’emittente dei vescovi ha raggiunto il Monte Calvario, già romitorio del filosofo Antonio Rosmini e oggi sede dell’Istituto della Carità, fondato dallo stesso Rosmini nel 1828 e dedicato agli studi rosminiani. Qui i pellegrini entrano in contatto con il pensiero rosminiano e visitano il Sacro Monte che, partendo dalla città di Domodossola, si sviluppa lungo il percorso della via crucis con l’ascesa al monte, dove sorgono le ultime cappelle e l’istituto. Meta del pellegrinaggio è quella perla del Monferrato che è il Sacro Monte di Crea. Oltre al santuario mariano, meta di pellegrinaggi sin dal medioevo, il viaggio di Tv2000 include le cappelle che compongono il percorso devozionale.

Tra fede e bellezza

Il percorso, di cui la Cappella del Paradiso rappresenta il culmine fisico e simbolico, è scenico e toccante lungo tutto il suo svolgersi, costellato di cappelle e romitori e immerso in una splendida riserva naturale. Sulla sponda occidentale del Lago di Como, regna l’armonia. Tra architettura e paesaggio, tra fede e bellezza, riparte il viaggio prosegue a Ossuccio, nel comune di Tremezzina, per visitare il Sacro Monte. Una via ripida fatta di ciottoli è punteggiata da piccole cappelle votive, che si snodano lungo il sentiero fino alla sommità del colle, fino ad un panorama senza uguali. È la casa della Madonna del Soccorso, simbolo del territorio, luogo di fede, preghiera e silenzio. Poi l’approdo a Varallo, il primo dei Sacri Monti e il modello ideale a cui tutti gli altri hanno guardato.

La visita al sepolcro

A partire dai primi anni del Cinquecento, regista del Sacro Monte fu il pittore, scultore ed architetto Gaudenzio Ferrari: cresciuto, egli stesso, di pari passo con il Sacro Monte, lavorò al suo sviluppo sino al 1529. È stato il progettista di alcune cappelle, tra cui la più importante, quella della Crocifissione. È stato anche autore di numerose statue (prima in legno, poi in terracotta) e di affreschi che, nelle cappelle, fanno da sfondo e completamento alle scene della vita di Gesù. L’episodio si conclude con la visita al sepolcro di Cristo. Protagonista il Sacro Monte della Santa Trinità di Ghiffa, un balcone privilegiato sul Lago Maggiore. Un Sacro Monte unico e meraviglioso, capace di toccare lo spirito e aprire alla contemplazione. Contemplazione che viene favorita dal paesaggio immersivo e dallo sviluppo architettonico, unico nel suo genere, che si dipana lungo solo tre cappelle, dedicate a un unico mistero: quello della Trinità.

Vergine Nera

Il cammino continua con il Sacro Monte di Varese. Conoscere questo Sacro Monte è stata una vera scoperta: lo scrittore francese Stendhal, amante dell’arte e appassionato dell’Italia, lo descrive stupito e ammirato. “L’aspetto del borgo disposto tutt’intorno alla chiesa è singolare- riporta nei suoi appunti.. Le montagne grandiose. Insieme magnifico: al calar del sole, noi vedemmo sette laghi. Credetemi, cari amici, ho potuto girare in lungo e in largo Francia e Germania senza ricavare simili sensazioni”. Tutto, architetture, opere d’arte, natura, è stato pensato per entrare in relazione con il pellegrino e coinvolgerlo. Nei volti delle statue, si possono vedere quelli degli antichi abitanti del luogo e dei pellegrini che nei secoli lo hanno scelto come meta. Immerso nel verde della montagna, lontano dalla vita quotidiana, il Santuario di Oropa è meta privilegiata, ogni anno, di pellegrini che giungono da ogni parte del mondo. Oropa è un luogo di devozione con pochi eguali, come testimoniano i doni votivi alla Vergine Nera, madre e regina del santuario, e tante altre testimonianze e ricordi di chi è passato di qui. Di forte interesse artistico, benché non raggiunga i vertici di altri Sacri Monti del Piemonte, segnatamente quello di Varallo, le 13 cappelle si sviluppano lungo un cammino circolare sulla sommità del monte, con un percorso ad anello che parte dal santuario e vi fa ritorno.

Distacco dalla quotidianità

Le cappelle ospitano statue ed affreschi con le scene della Passione di Cristo, straordinari passaggi di un viaggio spirituale. Il ritorno al Monte Varallo è l’ultima meta del viaggio nei luoghi dello Spirito alternativi alla Terra Santa. Un cammino alla scoperta di monti ricchissimi di storia e testimoni della devozione dei pellegrini che, nel corso dei secoli, sono saliti fin sulle cime per un momentaneo distacco dal travaglio della quotidianità, alla ricerca di fede e bellezza. La basilica dell’Assunta è la meta finale del percorso devozionale ed è il fulcro dell’ultima puntata.

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