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Guanti e acqua calda, così “la mano di Dio” ha aiutato i pazienti Covid

In Brasile un'infermiera ha escogitato questo metodo per scaldare le dita ai pazienti e poter misurare l'ossigeno

Due guanti chirurgici riempiti d’acqua calda, legati fra loro e avvolti attorno alle mani dei pazienti Covid. In Brasile è stata ribattezzata “la mano di Dio” la soluzione trovata da un’infermiera di un ospedale di Sao Carlos, che così ha trovato il modo di alzare la temperatura delle dita di una donna ricoverata. Alla paziente si non riusciva infatti a misurare la saturazione del sangue. L’episodio – riportano i media brasiliani – risale a un anno fa, ma la sua protagonista, Lidiane Melo, infermiera di 36 anni, ha raccontato di aver ritrovato solo di recente la foto di quell’episodio, diventata virale con i social non appena l’ha pubblicata.

La donna ha spiegato che l’idea le è venuta perché la mano della paziente era molto fredda, avvolgerla nel cotone non era bastato a migliorare la circolazione e bagnarla con l’acqua “non era una buona idea per il rischio di contaminazione”. “Ho realizzato questo guanto con acqua calda – ha detto – per migliorare la perfusione della mia paziente e verificare meglio la saturazione: speravo anche che così sentisse come se qualcuno le stesse tenendo la mano“. In tre minuti il calore ha fatto effetto sulle mani della donna, poi guarita, e l’infermiera ha replicato la tecnica con molti altri ricoverati nel suo reparto, dove ha raccontato anche la disperazione di “perdere venti pazienti in un turno di dodici ore”.

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