Da Pollock a Van Gogh, esiste una formula del successo comune alle opere d’arte. Il periodo “fortunato”, in cui si producono i capolavori, arriva infatti dopo anni in cui l’artista ha prima esplorato e provato diversi stili e tecniche, seguiti subito dopo da anni di uso intensivo di una tecnica su un’area più ristretta per sviluppare più in profondità l’esperienza acquisita.
Lo evidenziano, sulla rivista Nature Communications, i ricercatori della Northwestern University grazie ad uno studio basato sull’intelligenza artificiale. Pollock ad esempio, disegnò dipinti surrealisti di figure umane, animali e natura per poi usare la tecnica della sgocciolatura nel suo periodo fortunato che durò tre anni, in cui creò tutti i capolavori che lo hanno reso famoso.
Van Gogh ebbe il suo periodo di svolta artistica tra il 1888 e 1890, quanto dipinse i suoi capolavori. Prima la sua pittura era meno impressionistica e più realistica.
“Nè l’esplorazione né lo sfruttamento da soli, in isolamento, fanno nascere il momento di successo, ma è la loro sequenza insieme. L’esplorazione seguita dallo sfruttamento sembrano essere la giusta combinazione per dare avvio al periodo fortunato”, commenta Dashun Wang, coordinatore dello studio.
Il cuore dello studio
In questo caso i ricercatori hanno sviluppato degli algoritmi di apprendimento per tracciare i risultati della carriera di artisti, registi e scienziati, con cui hanno analizzato 800.000 immagini di opere di 2.128 artisti, su 79.000 film di 4.337 registi, e le carriere di 20.040 ricercatori, combinate con pubblicazioni e citazioni.
Gli studiosi hanno quantificato il momento migliore di produzione per ogni carriera sulla base dell’impatto dei lavori, gli acquisti, le citazioni le classifiche, e lo hanno messo in relazione con il momento e le varie traiettorie creative 4 anni prima e 4 anni dopo il momento fortunato. Hanno così visto che quando l’esplorazione non è seguita dallo sfruttamento, cala parecchio la possibilità di un momento di successo, e lo stesso vale a fattori invertiti. In media il momento ‘buono’ dura circa 5 anni, per poi tornare alla normalità.