I malati di diabete (malattia cronica caratterizzata da un eccesso di glucosio nel sangue) nel mondo aumentano. Stile di vita, alimentazione, attività fisica? Ecco i motivi di questo incremento.
I dati
Secondo i dati riportati nel 2016 sulla rivista medica Lancet, a livello globale i malati adulti sono saliti da 108 a 422 milioni fra il 1980 e il 2014. E l’ultimo rapporto dell’International Diabetes Federation (IDF) stima che nel 2019 il diabete abbia riguardato 463 milioni di persone tra i 20 e i 79 anni (leggermente più maschi che femmine).
Il Killer silenzioso, chi colpisce?
Solo una persona su due è però consapevole di essere malata ed è questa una delle ragioni per cui il diabete è chiamato il killer silenzioso. La malattia non dà sintomi per anni, fino all’esplosione di complicazioni molto gravi. I più colpiti sono gli adulti e soprattutto gli anziani: sempre secondo l’IDF, dopo i 65 anni è diabetica una persona su cinque. In Italia, stando alle stime dell’Osservatorio Arno Diabete, i malati sono il 6,2% della popolazione. Quasi il doppio rispetto a 20 anni fa. La grande maggioranza ha il diabete di tipo 2, la forma tipica degli adulti e strettamente legata allo stile di vita. Solo un caso su dieci, invece, è di diabete di tipo 1, che colpisce bambini e adolescenti ed è una malattia autoimmune, legata cioè a un malfunzionamento del sistema immunitario, che si rivolge contro tessuti dell’organismo.
I motivi
Le ragioni sono molteplici. L’invecchiamento della popolazione ma soprattutto la diffusione a livello globale di abitudini di vita poco salutari. “La comparsa di diabete di tipo 2 è legata a una predisposizione genetica, cioè al fatto di possedere meccanismi poco efficienti nello smaltimento del glucosio”, spiega Francesco Purrello, presidente della Società italiana di diabetologia. “Da sola, però, questa predisposizione non basta. Occorre anche il contributo di abitudini di vita scorrette. In particolare, una cattiva alimentazione (sia per qualità sia per quantità) e un’eccessiva sedentarietà, a loro volta associate a sovrappeso e obesità”. Insieme, questi fattori portano a squilibri nel sistema dell‘insulina e all’innalzamento della glicemia. Se non viene controllata in modo adeguato, giorno dopo giorno l’iperglicemia finisce infatti per danneggiare diversi organi e tessuti, generando malattie cardiovascolari, danni renali e alla vista, lesioni agli arti inferiori.
La prevenzione
Il diabete, comunque, si può prevenire lavorando sullo stile di vita: significa seguire un’alimentazione sana – la dieta mediterranea è perfetta – e fare più movimento. “Contrariamente a quanto si pensava fino a pochissimi anni fa, ora sappiamo che interventi mirati sullo stile di vita permettono in molti casi di far regredire in modo significativo la malattia. Se si agisce nelle primissime fasi, si può persino guarire”, afferma Purrello.