Un roditore gigante arboricolo, perfettamente in grado di aprire una noce di cocco con la sola forza dei suoi possenti denti. Una descrizione colorita e, finora, considerata alla stregua di una leggenda tramandata dalla popolazione della Melanesia, dove il fantomatico ratto avrebbe avuto la sua locazione geografica. Eppure, dopo anni di ricerche e appostamenti, la sorprendente specie è stata realmente osservata nel suo habitat naturale dopo che, nel 2015, un albero abbattuto aveva già rivelato la sua presenza fra le fronde dei fusti oceanici. Purtroppo, in quell’occasione, il roditore (di 46 centimetri di lunghezza per quasi un chilo di peso) cadde insieme alla pianta, dando solo la possibilità al ranger che lo aveva rinvenuto di osservarlo negli ultimi istanti di vita.
Una nuova specie
Negli ultimi due anni, i ricercatori hanno studiato con attenzione i resti dell’animale, comprendendo di trovarsi di fronte a una specie assolutamente eccezionale e sconosciuta, identificata come appartenente al genere Uromys e ribattezzata Uromys vika. Specie che, per la prima volta, è stata individuata e monitorata in natura, precisamente nelle Isole Salomone, delle quali è probabilmente una specie endemica. Dopo 80 anni di ricerche, dunque, ci si trova nuovamente di fronte a una sottospecie di roditore del tutto sconosciuta, se non per lo sporadico episodio suddetto. Dopo il ritrovamento del vika avvenuto nel 2015, infatti, l’analisi del suo cranio aveva già confermato della possibilità di avere a che fare con una specie nuova, oltre che estremamente interessante dal punto di vista zoologico.
Il ratto arancione
Questo super-ratto può facilmente raggiungere il chilogrammo di peso e presenta una peluria di una particolare colorazione arancione. Qualora fosse reale la sua capacità di rompere lo spesso guscio di una noce di cocco (come probabile), il roditore non avrebbe problemi a sminuzzare altra frutta secca e altri cibi arborei anche di solida consistenza. Al momento, gli scienziati hanno stimato la sua presenza in circa 100 esemplari, fortemente minacciati dalla deforestazione, arrivata al 90% nelle Isole Salomone.