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Ecco dove sarà possibile stampare i circuiti elettronici

Cmmaginate che esista una tecnologia che consente di produrre degli strumenti molto piccoli ma in grado di essere usati in campi molto diversi tra loro, come la tecnologia, l'edilizia e la medicina. Beh, già esiste e può essere rivoluzionaria, per esempio per monitorare la sicurezza degli edifici. L'hanno inventata degli studenti americani tre anni fa, quando il loro insegnante Martin Thuo ha escogitato un modo meno noioso per affrontare una lezione. 

Metalli liquidi

ome scrive il sito ZMEscience, Thuo e i suoi allievi sono stati in gradi di creare dei circuiti elettronici con nuove leghe metalliche conduttrici, formate da metalli liquidi come il bismuto e l'indio da cui si possono ottenere parti molto piccole –  fino a 10 milionesimi di metro di diametro-, che non hanno bisogno di alte temperature per solidificarsi e quindi possono essere applicati a tutti i tipi di materiali, anche quelli biologici più leggeri come le rose.

Le numerose applicazioni

Questa nuova tecnologia si può utilizzare in vari campi. Per esempio, quelli coltivati. È possibile infatti stampare senza calore dei sensori sulle coltivazioni per misurarne la crescita e lo stato di salute. Oppure nell'edilizia, per controllare l'integrità strutturale di un edificio. In quest'ambito i ricercatori hanno fatto un test usando un'ambientazione fatta di carta dove installare il circuito. Il sensore rilevava i cambiamenti di corrente elettrica quando il foglio veniva piegato. Allora, forse, sarà possibile controllare eventuali piccoli cedimenti in una costruzione, che via via possono danneggiarla. Un altro campo di attuazione quello medico-scientifico. Poiché questi circuiti si possono stampare anche su superifici morbide come le gelatina e non danneggiano la base che li ospita, si possono usare anche per i modelli di tessuto biologico.

Il successo

Come tutte le grandi scoperte, è avvenuta in un momento in cui nessuno se lo aspettava. “Tutto è nato da un esprimento in classe con degli studenti universitari” ha raccontato Thuo, “ho cercato un argomento che potesse insegnare molto senza usare milioni di equazioni”. L'idea ha avuto successo e l'università ha iniziato a sponsorizzare il laboratorio di Thuo con i fondi per le start-up. “Gli studenti hanno scoperto come approcciare ai materiali e sbocciano tante idee” prosegue l'insegnante,”e ora non ci fermeremo”. 

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