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Il denaro è sinonimo di felicità?

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Chi ha un alto reddito può indubbiamente comprarsi più beni materiali, cibo migliore, case più grandi e confortevoli. Può garantirsi un livello di istruzione più elevato e anche migliori cure sanitarie.
C’è da considerare, però, che alcuni ricchi, proprietari di ville lussuose e yacht, in realtà non sono felici. Quindi, come la mettiamo? La risposta sta nel fatto che ognuno ha sogni e obiettivi che vanno al di là dei soldi. Per esempio, chi ama viaggiare è felice se riesce a soddisfare questo desiderio senza necessariamente ostentare la ricchezza.

Ma è proprio vero?

I soldi fanno, indubbiamente, la differenza quando vengono spesi per i beni di prima necessità, come il cibo e la prima casa, ma quando vengono utilizzati per comprare beni superflui, come una seconda auto, non riempiono la vita.

È stato rilevato che una maggiore entrata economica fornisce un certo grado di felicità solo in un primo momento. Secondo la teoria dell’adattamento, infatti, l’effetto piacevole di un nuovo stimolo si riduce con il tempo. Ci abituiamo in fretta a ciò che inizialmente ci ha reso felici, percependo un sempre minore entusiasmo. L’adattamento a quella certa condizione porta le persone ad aumentare le proprie aspirazioni, rendendole continuamente insoddisfatte. Una volta raggiunto un obiettivo, ne vogliono ottenere subito un altro.

Spendere soldi per gli altri ci rende più felici del farlo per noi stessi, indipendentemente dalla cultura e dalla condizione socio-economica. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dalla professoressa Elizabeth Dunn del dipartimento di Psicologia dell’University of British Columbia (Canada) in Uganda dove il tasso di povertà è molto elevato. La professoressa ha, infatti, concluso che generosità e gentilezza contribuiscono alla felicità molto più che spendere denaro per se stessi, anche quando si è poveri.

Il materialismo

Culturalmente siamo abituati a pensare in termini materialistici e, purtroppo, investiamo sempre sui valori interiori. Mentre, dovremmo renderci conto che una vita felice e soddisfacente dipende dalla ricchezza di affetti e relazioni che riusciamo a sviluppare. Prima o poi, ci ritroviamo in un punto della nostra vita nel quale il denaro non conta assolutamente niente. E quando ci arriviamo, ci rendiamo conto che c’è un bene molto più prezioso: il tempo, a cui dovremmo dare la nostra priorità. Il tempo di viaggiare, esplorare, conoscerci, innamorarci, sentirci pieni di vita. C’è chi invece lavora, lavora, lavora, inseguendo una ricchezza che non gli sarà mai sufficiente. E nel frattempo, il tempo passa inesorabile. Lavorare in questo modo così logorante, priva di energie e tiene lontani i nostri sogni di felicità. Se, invece, il lavoro ci tiene occupati il giusto tempo, questo ci permette di valorizzare a pieno il tempo che abbiamo a disposizione. Nella vita, infatti, si può trovare un modo di aumentare il proprio denaro o i propri beni: ma non esiste nessun modo per aumentare il tempo a propria disposizione.
L’idea che la felicità sia legata al denaro, si basa su una grande illusione. In realtà la felicità si trova ben lontana dalla superficialità del materialismo. La felicità è nelle emozioni, non nelle cose.

Giulia Ficarola: