E' possibile prevedere uno tsunami, un nubifragio, o un qualsiasi altro evento naturale, estremo e improvviso? Grazie ad un algoritmo elaborato dal Massachussets Institute of Technology (Mit) di Boston da oggi è possibile. Con l’aiuto della matematica, infatti, si possono cogliere, per la prima volta, i segnali “precursori” di fenomeni “instabili”, come anche l’estinzione di una specie, con un’attendibilità compresa tra il 75 per cento e il 99 per cento, a seconda della complessità dell’evento.
L’algoritmo
Descritto sulla rivista Science Advances, l’algoritmo è ideato dal gruppo di Themistoklis Sapsis. Fino a poco tempo fa era del tutto impossibile prevedere il momento in cui si passa dalla calma alla completa instabilità, perché ci sono in gioco molti fattori complessi e in continuo cambiamento. I tentativi fatti in passato basati su complicati sistemi di equazioni, o l’analisi della serie di dati degli stessi fenomeni, non hanno funzionato. Il loro risultato consisteva in uno scenario irrealistico, raramente verificatosi. I ricercatori del Mit, al contrario, sono riusciti a ideare e sviluppare un algoritmo che combina insieme le equazioni e i dati storici per identificare i segnali precursori degli eventi estremi.
Un “setaccio” di dati
Sapsis precisa: “Lo abbiamo applicato ai flussi di fluidi caotici, che sono il ‘Santo Graal’ degli eventi estremi. Sono presenti per esempio nelle piogge molto forti, nei gas delle turbine, nel fumo delle sigarette, nell’oceano, l’atmosfera e persino nel sangue“. L’algoritmo, dunque, funziona come una specie di “setaccio” che trattiene solo i segnali di allerta che si possono vedere nella realtà. “Abbiamo utilizzato – conclude – le equazioni che descrivono il sistema, insieme alle sue proprietà di base ricavate da simulazioni numeriche, ottenendo così i segnali precursori, ossia i segnali che ci dicono che qualcosa sta per accadere prima che l’evento estremo inizi a verificarsi”. Forse, in futuro, questo algoritmo potrebbe applicarsi anche ai terremoti.