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Coronavirus, ecco perché internet potrebbe rallentare

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L’emergenza Coronavirus obbliga la metà della popolazione globale a stare in casa. Così si sono incentivate modalità alternative di lavoro che diventa agile e di lezioni scolastiche che si svolgono da remoto. Il comune denominatore è l’utilizzo di internet. Questa iperconnessione, però, ha come conseguenza un rallentamento.

In Italia si va più piano

Anche il nostro Paese non è esente da problemi: lo si vede chiaramente dai dati pubblicati da speedtest.net, uno dei servizi online più utilizzato dagli utenti di tutto il mondo per monitorare le prestazioni della propria connessione. I dati mostrano una progressiva diminuzione della velocità media di connessione su linea fissa a partire dall’ultima settimana di febbraio, più o meno in tutta Europa. L’Italia, che ha una velocità media di connessione già di suo più bassa rispetto agli Paesi, è particolarmente in sofferenza.

La modica quantità di utilizzo di internet

Ma “quanto internet” consuma ciascuno di noi, in questi giorni di quarantena? I conti sono presto fatti: un’ora di film in HD “pesa” circa 3 GB di dati contro 1 GB per la risoluzione standard, una chiamata audio tra 0,2 e 0,7 MB al minuto, una videochiamata tra 1 e 10 MB al minuto a seconda della risoluzione.

Il caso delle province più colpite dal Covid-19

I dati sono confermati anche da OpenSignal, una società indipendente che analizza le prestazioni delle reti mobili nel mondo: un recente studio mostra come nelle province della Lombardia che hanno subito per prime le restrizioni a causa dell’epidemia di Covid-19, in particolare Codogno e comuni limitrofi, il consumo di connettività Wi-Fi sia cresciuto del 40%.

Non usare 4K e HD

Diversi operatori tra cui Apple, Netflix e Amazon hanno in queste ultime settimane ridotto la qualità di streaming dei contenuti dalle loro piattaforme. Lo stesso Thierry Breton, Commissario Europeo per il mercato e i servizi, dal suo account Twitter invita ad utilizzare piccole attenzioni che possano contribuire a non congestionare ulteriormente le reti, per esempio non fruire video in in 4K o in HD se non strettamente necessario.

Gianpaolo Plini: