Il Palais Galliera, il museo parigino della moda, chiuso per lavori di ampliamento dal 2018 sostenuti dalla Maison Chanel, ha riaperto i battenti in grande stile con la prima grande retrospettiva mai dedicata agli abiti creati dalla piccola donna, che a partire dal 1912 rivoluzionò la moda femminile. Il nome della mostra già dà l’idea di quanto si può ammirare: una raccolta di capi e di accessori che raccontano la poetica di questa stilista, proprio come un manifesto: “Gabrielle Chanel – Manifeste de Mode”
Chi era Coco Chanel?
Coco è oggetto di un interesse e di un culto che vanno aldilà del mondo della moda. Donna affascinante nella sua eccentricità: portava i capelli corti, teneva la mano in tasca, aveva scelto di vivere al Ritz, a pochi passi dai suoi appartamenti di Rue Cambon. Coco sapeva bene chi era e chi voleva essere, ed è sempre rimasta fedele alla sua visione.
“Prima di essere un marchio, Chanel era un’avventuriera”, come confessò Lilou Marquand, sua assistente negli ultimi anni di vita. È stata un’indiscussa couturier controcorrente. “Ho restituito al corpo della donna la sua libertà; questo corpo sudava in abiti da parata, sotto i lacci, i corsetti, la biancheria intima, l’imbottitura” amava sottolineare Chanel, come riportò Paul Morand in L’allure de Chanel.
Lo stile Chanel si vede nei dettagli e nell’eleganza estremamente chic delle sue creazioni. Coco rifiutava gli ornamenti superflui e faceva un uso audace dei colori e della materia. “È la stoffa che fa un vestito, non gli orpelli che vi si possono aggiungere” diceva Gabrielle.
La mostra
Sono ad attenderci 350 abiti – quelli che secondo il sorpassato Poiret trasformavano le donne in “piccole telegrafiste” – provenienti dagli archivi Chanel, da quelli del Palais Galliera e di musei internazionali come il Victoria & Albert di Londra, il MoMu di Anversa e il De Young di San Francisco, esposti in maniera tematica lungo oltre 1.500 metri quadrati. Narrano una storia, che mostra quanto, negli anni, la Maison abbia saputo evolversi pur rimanendo sempre fedele a se stessa.
Il percorso della mostra traccia, attraverso 10 capitoli, l’evoluzione estetica della Maison dalla fondazione nel 1910. Si parte dalla giacca da marinaio del 1916, dovuta ai suoi trascorsi a Biarritz e a Deauville, per arrivare alla petite robe noir che ha animato gli anni ’20 e alle creazioni che hanno segnato la femminilità degli anni ’30. È evidente come in quegli anni la sua idea di eleganza fosse in forte anticipo sui tempi, si tratta infatti di abiti ispirati alla moda maschile, creati usando materie e tecniche fino ad allora estranee al mondo del lusso, come la maglia e il tweed. Si arriva poi fino alla sala dedicata al profumo Chanel N° 5, creato nel 1921 per poi giungere all’eterna borsa matelassé 2.55. Sono raccontati anche gli anni della guerra, quando gli atelier furono costretti a chiudere e gli unici prodotti Chanel in commercio rimasero i profumi e gli accessori. E poi il tailleur che segnò il ritornò, nel 1954, di una Coco ormai settantenne.