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Tutta colpa del bucato

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Il 92% delle microplastiche trovate nelle acque di superficie nell’Artico sono formate per lo più di poliestere, utilizzato nei tessuti sintetici e liberato con… il bucato!

La scoperta di un gruppo canadese

La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications,  e si deve al gruppo della canadese Ocean Wise Conservation Association coordinato da Peter Ross ed è stata raccontata dal sito ansa.it.

“Il bucato – si legge nello studio – si sta rivelando un canale potenzialmente importante per il rilascio di microfibre nelle acque. Noi recentemente abbiamo stimato che un singolo capo di abbigliamento può rilasciare milioni di fibre durante un tipico lavaggio domestico”. 

I dettagli dello studio

E’ stata calcolata la presenza, in media, di circa 40 particelle di microplastiche per metro cubo d’acqua. Le fibre sintetiche, e in particolare il poliestere, costituiscono la maggior parte (il 92%) delle microplastiche trovate nei campioni. Inoltre, la maggior parte delle particelle (quasi tre volte in più), è stata trovata nell’Artico orientale rispetto a quello occidentale e ciò suggerisce che nuove fibre di poliestere vengano trasportate nell’Oceano Artico orientale dalle correnti dell’Atlantico.

Il pericolo rappresentato dalle microplastiche

In generale tutte le microplastiche sono fonte di preoccupazione, avendo raggiunto i confini più remoti del mondo, dall’Himalaya alle profondità oceaniche. Microplastiche erano già state individuate nell’Artico, sulla banchisa, nell’acqua di mare e nei sedimenti del fondo marino. Tuttavia, restavano dubbi sulla loro distribuzione, sulle fonti e sull’entità della contaminazione.

Serena Livoli: