Un gruppo di astrofili italiani si è imbattuto in una scoperta sulla stella doppia-doppia più famosa del cielo: Epsilon Lyrae. L’astro è così denominato perché, nonostante ad occhio nudo appaia come una stella singola, osservata con un binocolo si rivela formata da due stelle, che diventano poi quattro quando le si ingrandisce con un telescopio.
Gli astrofili
Gli astrofili del Marana Space Explorer Center (MarSEC) e della Sezione Nazionale di Ricerca Stelle Variabili dell’Unione Astrofili Italiani (Ssv Uai) hanno scoperto che una della quattro stelle non solo è variabile, nel senso che varia la sua luminosità nel corso del tempo, ma che lo fa in modo molto particolare: le sue pulsazioni, infatti, ne provocano la deformazione. L’analisi, fatta esaminando i dati del telescopio spaziale Tess della Nasa liberamente consultabili, è stata sottoposta ai responsabili dell’Indice delle stelle variabili (Vsx) dell’Associazione Americana degli Osservatori di Stelle Variabili (Aavso), che hanno approvato e censito la scoperta.
La scoperta
I cinque appassionati, controllando il campo stellare che stavano studiando al telescopio, si sono imbattuti nella misura della luminosità della stella Epsilon Lyrae, lontana 162 anni luce dalla Terra e situata nella costellazione della Lira accanto alla luminosissima stella Vega. I dati scaricati indicavano che una delle quattro componenti del sistema mostrava un comportamento molto particolare, mai individuato precedentemente: la stella pulsa, variando la sua luminosità, con un periodo regolare di circa 10 ore. Inoltre, risalendo alla classe spettrale dell’astro (colore e temperatura), è stato possibile determinare che Eps 1 Lyr B è un tipo di stella variabile molto poco comune: una Gamma Doradus, una tipologia introdotta solo nel 1995, che quando pulsa deforma la sua superficie.