Oggi, 31 ottobre 2022, i 27 bambini rimasti sotto le macerie nel crollo della scuola di San Giuliano di Puglia avrebbero 26 anni. Invece, il terremoto del Molise del 2002 – il sisma verificatosi tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, con epicentro in provincia di Campobasso – ha spezzato i sogni e il futuro di 30 persone.
La scossa più violenta, alle 11:32 del 31 ottobre, ebbe una magnitudo di 6,0 gradi della scala Richter, con effetti corrispondenti all’VIII-IX grado della scala Mercalli. Durante il terremoto crollò l’intero edificio che ospitava la scuola elementare di San Giuliano di Puglia, in via Giovanni XXIII. In quel momento nell’Istituto c’erano otto insegnanti, due bidelli e 58 bambini.
Piantedosi: “Brutale e insanabile perdita”
“Venti anni fa, il 31 ottobre, la sua comunità e l’Italia intera si trovarono a fare i conti con la brutale e insanabile perdita di 27 bambini e della loro maestra, deceduti a causa del crollo della loro scuola. Una perdita che, oltre al dolore, recherà per sempre nella memoria del nostro Paese il tormento per non aver saputo garantire ai propri figli un luogo dove crescere sicuri”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel messaggio inviato al sindaco di San Giuliano di Puglia, Giuseppe Ferrante, in quella che è stata ribattezzata la Giornata della Memoria.
“Noi tutti, cittadini e rappresentanti delle Istituzioni, abbiamo il dovere di coltivare il ricordo di quanto accaduto – prosegue il ministro nella missiva – E’ anche grazie alla memoria della tragedia che continuiamo ad approfondire e migliorare gli strumenti e le tecniche per prevenire e, ad ogni costo, mitigare gli effetti di un sisma. Concomitanti impegni istituzionali non mi consentiranno purtroppo di essere a San Giuliano di Puglia nel giorno della commemorazione, ma la prego di considerare che lo Stato, attraverso la Prefettura di Campobasso, non mancherà, in questa come in ogni altra circostanza, di assicurare la propria vicinanza alla sua comunità”.
Il crollo della scuola di san Giuliano
Per tutto il giorno continuarono a scavare Vigili del Fuoco, volontari della Protezione Civile e persone del posto anche a mano, a causa della difficoltà, ovvia, di adoperare mezzi meccanici. Ancora la sera furono estratte persone vive dalle macerie. La mattina seguente i Vigili del Fuoco comunicarono di non sentire più voci provenire da sotto le macerie.
Sotto la scuola “Francesco Jovine” si registrò il tributo di vite umane più pesante: 26 bambini (frequentanti la scuola elementare) e un’insegnante, Carmela Ciniglio. Il ventisettesimo bambino morì all’ospedale Bambino Gesù di Roma pochi giorni dopo per le gravi ferite riportate. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi visitò i piccoli feriti presi in cura dall’ospedale della Santa Sede.
I bimbi più piccoli che persero la vita erano nati nel 1996: da allora San Giuliano di Puglia non ha dunque più la leva del 1996. Diverse vittime si erano riparate sotto i banchi al momento del sisma, ma morirono.
La scuola elementare fu l’unico edificio a crollare del tutto a San Giuliano di Puglia. Due donne morirono in strada per la caduta di calcinacci. Le vittime in tutto furono 30.
La tragedia fu così pesante che seguirono subito le polemiche: si cominciò a parlare della cattiva qualità della costruzione, tra l’altro ristrutturata ed ampliata da poco. Vennero così avviate indagini per determinare le responsabilità del crollo: le indagini stabilirono che, nonostante la scuola avesse subito rimaneggiamenti e persino una sopraelevazione, bambini e maestre vi erano stati fatti entrare senza neppure un collaudo.
Il procuratore Magrone nella sua requisitoria nell’aula del processo di primo grado sottolineò che la vicenda della scuola di San Giuliano rappresentò l’Italia peggiore, “quella delle violazioni, del sistematico calpestamento delle leggi e delle normative”.