Sono 500 i casi di contagio e 39 i decessi causati dal virus West Nile in Veneto ed Emilia Romagna. Nella prima regione, la Febbre del Nilo ha fatto registrare 257 casi totali, dei quali 64 nella grave forma invasiva, con 18 decessi, tutti in persone anziane, con gravi patologie pregresse o gravi deficit immunitari. Invece, in Emilia Romagna, i casi accertati sono stati 253, con 21 decessi. Le due Regioni hanno stretto un rapporto di collaborazione per contrastare il virus.
Gli interventi in Veneto
Per il 2019 gli esperti pensano che sarà un anno nero. Per questo la Regione ha deciso di stanziare 1,5 milioni di euro per il monitoraggio e altri interventi. Inoltre, l'assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto, ha annunciato che per affrontare l'emergenza il prossimo anno sarà effettuata in primavera una disinfestazione larvicida a tappeto e, in estate, due disinfestazioni adulticide. I costi delle disinfestazioni saranno a carico dei singoli comuni, ma per contenere i costi, saranno aperte delle gare d'appalto centralizzate.
La situazione in Emilia Romagna
Romeo Bellini, esperto del centro agricoltura e ambiente di Crrevalcore, ha spiegato che per il 2019 si attende “una minore circolazione del virus West Nile“, perché in genere dopo un'epidemia l'anno seguente “c'è un forte decremento”, dovuto a una maggiore immunità al virus negli uccelli. Come affermato da Bellini, per il 2019 la Regione stanzierà nuove risorse per potenziare gli interventi di disinfestazione e prevenzione e aumentare la tutela delle fasce deboli.