Tra le nove persone arrestate a seguito dell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta per voto di scambio c’è anche Francesco La Rosa, sindaco uscente di Niscemi, in provincia di Caltanissetta.
Il patto con Cosa Nostra
Gli inquirenti accusano l’ex primo cittadino di aver stipulato “un patto con Cosa Nostra” per le elezioni amministrative del 2012. Per lui, un ex consigliere comunale della sua lista e due esponenti del suo entourage sono stati disposti gli arresti domiciliari. Dall’altro lato del tavolo di trattative tra politica e mafia, ci sarebbero stati il boss di Niscemi, Giancarlo Giugno, e di Gela, Alessandro Barberi.
Le indagini degli uomini della squadra mobile, insieme a quelli del Commissariato di Niscemi e Gela, hanno permesso di accertare che gli appartenenti a Cosa Nostra di Niscemi e di Gela si incontravano in aperta campagna per discutere accordi politico-mafiosi.
“Il patto – spiega all’Agi il capo della Squadra mobile Marzia Giustolisi – è stato sottoscritto in vista delle elezioni del 2012 e ha certamente condizionato l’amministrazione in questi anni. Su questo si è focalizzata la nostra inchiesta. Da una parte i boss di Niscemi e Gela, dall’altro La Rosa e altri amministratori e suoi collaboratori”.
Il ballottaggio di domenica scorsa
La Rosa si era presentato anche alle ultime amministrative al Comune di Niscemi ed era stato sconfitto al ballottaggio di domenica scorsa da Massimiliano Valentino Conti, che ha avuto il 58,65% delle preferenze contro il 41,35% del sindaco uscente. Queste ultime consultazioni comunali non sono oggetto dell’inchiesta della Dda della Procura di Caltanissetta.