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Vietato verificare se i migranti sono omosessuali

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Il ricorso a una perizia psicologica nei confronti dei migranti, per verificare il loro orientamento sessuale, costituisce un'ingerenza della vita privata. È con questa spiegazione che la Corte di Giustizia dell'Unione europea ha chiesto agli Stati membri di fermare questi test ai richiedenti asilo.

La sentenza arriva dopo un fatto avvenuto nel 2015 in Ungheria. Le autorità di Budapest avevano respinto la domanda d'asilo di un cittadino nigeriano che aveva dichiarato di essere perseguitato nel proprio Paese a causa della sua omosessualità. Tuttavia le autorità preposte, sulla base della perizia psicologica disposta per esaminare la personalità del richiedente asilo, non avevano confermato questo orientamento sessuale.

Ma ora, secondo i giudici di Lussemburgo, il ricorso a una perizia psicologica, oltre a rappresentare un'ingerenza rispetto alla sua vita privata, non è indispensabile per valutare l'attendibilità della dichiarazioni del richiedente relative al suo orientamento sessuale e avrebbe un'affidabilità limitata.

Il Giornale già nel settembre 2016 aveva rilevato un numero enorme di migranti che si dichiarano omosessuali per ottenere lo status di rifugiato in Italia. Alcuni si iscrivono anche all'Arcigay.

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