Ci sarebbe il cyber-bullismo alla base del suicidio del giovane 26enne di Vercelli che ha deciso di togliersi la vita impiccandosi nella sua casa. Scherzi sempre più pesanti, come chiuderlo in un bidone dell’immondizia, fotografarlo e poi pubblicare l’immagine su Facebook. A raccontare le violenze era stato lo stesso giovane, alla polizia postale, che aveva chiuso la pagina del social network con le sue foto e trasmesso poi gli atti alla procura.
In seguito di quelle vicende, però, il ragazzo sarebbe caduto in depressione: da più di un anno usciva di casa solo se accompagnato, fino alla drammatica decisione di togliersi la vita: si è impiccato nella camera al secondo piano della casa dove abitava con i genitori. Ora i suoi genitori chiedono giustizia. “Sappiamo che nessuno potrà restituirci nostro figlio – dicono i genitori – ma vogliamo capire cosa è veramente accaduto”.
La Procura di Vercelli ha aperto un nuovo fascicolo per il suicidio di Andrea Natali, il 26enne di Borgo d’Ale che, secondo la ricostruzione fatta dai genitori, sarebbe caduto in depressione dopo essere stato vittima di cyber-bulli. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Ezio Domenico Basso. Per ora nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati. Era stato lo stesso suicida, nell’aprile 2014, a denunciare alla polizia postale di Biella i pesanti scherzi subiti da alcuni amici, con tanto di foto su Facebook. In quel caso era stato indagato un ex collega di lavoro del giovane per violazione della legge sulla privacy e violenza privata. Il fascicolo è poi passato alla Procura di Vercelli per il processo che deve ancora avere inizio.