Si ferma a 154 centimetri la nuova ondata di marea che ha investito Venezia. Meno dei giorni precedenti quindi, comunque sufficiente ad allagare la maggior parte del centro storico cittadino (addirittura il 70% secondo quanto rilevato) e a far perdurare lo stato di emergenza. È quasi una città spettrale, Venezia, nella sua parte centrale, solitamente cuore pulsante della vita della Serenissima: la Basilica è chiusa, davanti a lei, al Palazzo Ducale e al Campanile si stende ancora l'acqua della laguna, finita nuovamente oltre i livelli di guardia, tanto che perfino i conducenti dei vaporetti hanno deciso di restare alla fonda (come accade già a 146 cm). Il tutto mentre la città cerca di fronteggiare l'emergenza come può, tra la latitanza del sistema Mose e la buona volontà dei cittadini, costretti a fermare la produttività della città (negozi chiusi nella zona del centro, scuole anche) per far fronte all'acqua che ha invaso anche calle e vicoli. Il piano vero e proprio scatterà inevitabilmente quando le acuqe saranno defluite e i venti (sembra non più di scirocco) che sospingono le maree rallenteranno il loro soffio, permettendo a Venezia di fare la reale conta dei danni.
La macchina degli aiuti
Dopo aver raggiunto il picco massimo giornaliero, sembra che l'acqua abbia iniziato lentamente ad abbassare il suo livello. Solo dopo sarà possibile capire qualcosa in più in termini numerici, fermo restando che la gravità della situazione è ormai certificata a più voci. Anche in virtù di questo, la politica italiana ha iniziato a muovere qualche passo, annunciando lo stanziamento dei primi fondi (20 milioni per l'emergenza) e avviando le prime ricognizioni sul posto. Al termine di una di queste, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini (presente a Venezia, dove si trova anche il leader della Lega Matteo Salvini) ha leggermente ridimensionato l'allarme sulle conseguenze subite dalla Basilica di San Marco, parlando di danni “gravi ma non irreparabili”. Nel frattempo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato per il 26 novembre “un 'comitatone' interministeriale per la salvaguardia di Venezia, nel corso del quale verrà discussa anche la governance per i problemi strutturali della città, come quello delle grandi navi e del Mose“, parlando inoltre della nomina del sindaco Luigi Brugnaro a commissario dell'emergenza.
Rischio fake
Nelle ultime ore, è stato proprio il primo cittadino di Venezia a decidere la chiusura di Piazza San Marco, “per non mettere a rischio l'incolumità delle persone. Siamo ancora in uno stato di emergenza, a breve aprireremo un fondo per le donazione. Ringrazio tutte le persone che si stanno dando da fare, peccato che proprio qui in piazza c'è anche chi vuole girare un film e in questi casi non c'è niente di peggi della speculazione”. Ed è sempre dal Comune che arriva l'invito a tener conto delle previsioni ufficiali, senza affidarsi a quelle spesso fallaci che appaiono su internet: “Si tratta di contenuti completamente privi di fondamento – spiega in una nota – e si invita la cittadinanza a informarsi solo attraverso canali ufficiali. L'Amministrazione monitorerà l'esistenza di eventuali messaggi fake valutando anche la possibilità di procedere con denunce all'Autorità giudiziaria per procurato allarme”.