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Usa, nessuna condanna per il suo stupratore. E lei va in giro col materasso

[cml_media_alt id='2666']violentata[/cml_media_alt]Lā€™America ĆØ un paese strano, paradossale. E se ciĆ² che predica ā€“ sia dentro che fuori dai propri confini ā€“ ĆØ sempre il bene, il modo in cui poi ā€œrazzolaā€ appare a volte Ā sconcertante.Ā Emma Sulkowicz ĆØ una studentessa della Columbia University e due anni fa, nella prima notte di campus, ĆØ stata violentata da un suo compagno di classe. Lā€™accaduto lā€™ha spaventata e traumatizzata, ma lei ha scelto di non rimanere in silenzio: fin dal giorno successivo alla violenza, infatti, la ragazza ha provato a denunciare allā€™universitĆ  lā€™abuso subito, insistendo perchĆ© il collega universitario fosse espulso dal college o comunque processato. Questo non ĆØ mai avvenuto e lei, per non cessare la sua protesta, ha deciso di Ā portarsi in giro il materasso su cui ĆØ stata violentata.

ā€œFinchĆ© il mio stupratore sarĆ  libero ā€“ ha detto al New York Times ā€“ io andrĆ² in giro con il mio materassoā€. La ragazza ha spiegato che ā€œtutti devono vedere il peso che devo portare, e soprattutto comprendere che puĆ² accadere ovunqueā€.Ā Da giorni la ventunenne entra nelle classi e segue le lezioni assieme a quel materasso. La ragazza ha chiamato la protesta ā€œMattress performance: Carry That Weightā€, e per portarla avanti si ĆØ imposta delle regole molto rigide: non puĆ² chiedere aiuto per trasportare il suo ā€œpesoā€, ma puĆ² accettarlo se le viene offerto. E intende andare avanti fino al diploma, se prima di quel momento il ragazzo non subirĆ  sanzioni.

E il punto di questa storia ĆØ anche un altro, molto piĆ¹ sconcertante: lo stesso ragazzo che ha abusato di Emma ĆØ stato denunciato perĀ violenza sessuale da altre due studentesse dellā€™universitĆ  e nonostante ciĆ², la direzione dellā€™ateneo, dopo aver ricevuto denunce e disposto unā€™udienza ha deciso di far comunque cadere tutte le accuse nei confronti dello studente.
Emma, come le sue colleghe, ĆØ spaventata. E di questa paura si ĆØ fatta portavoce: ā€œHo paura ogni volta che esco dalla mia stanza ā€“ ha detto al NY Times ā€“ mi spaventa giĆ  il fatto di vedere qualcuno che gli assomiglia vagamenteā€. E la sua azione non ĆØ la prima allā€™interno dellā€™universitĆ : nellā€™aprile scorso, infatti, ben 23 studentesse ā€“ tutte violentate e molestate ā€“ avevano presentato una denuncia federale di oltre 100 pagine a carico dellā€™universitĆ  dopo che, per mesi, le autoritĆ  Ā avevano ignorato le loro richieste di ascolto e giustizia.

Il caso della Columbia University non ĆØ isolato. Secondo le statistiche diffuse in un rapporto del Dipartimento di giustizia americano nel 2009, infatti, una ragazza su cinque viene violentata prima di laurearsi, e le universitĆ  si mostrano incapaci o comunque non disposte ad affrontare questa emergenza. ƈ una piaga, per gli Stati Uniti. Una piaga che progressivamente, stupro dopo stupro e denuncia dopo denuncia, si sta guadagnando unā€™attenzione sempre maggiore da parte dei media e delle istituzioni.

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