La polizia di Baltimora, nel Maryland (Usa), ha avviato un’indagine sulla morte di un afroamericano ferito da quattro agenti della polizia mentre veniva arrestato. Il fatto è accaduto la settimana scorsa. Il ragazzo, che aveva 25 anni e si chiamava Freddie Gray, è deceduto in ospedale dopo una settimana passata in rianimazione. Lo ha reso noto il sindaco, Stephanie Rawlings-Blake, aggiungendo che l’indagine è stata disposta per accertare le responsabilità dei diretti interessati.
Non è chiaro come Gray sia stato ferito poiché le forze dell’ordine coinvolte non hanno diffuso informazioni sull’accaduto. Tuttavia, il sindaco Rawlings-Blake e il capo della polizia cittadina Anthony Batts hanno affermato che tutte le informazioni verranno diffuse nelle prossime ore tramite conferenza stampa. “Comprendo la frustrazione della comunità e prenderò molto seriamente il mio dovere di trasparenza”, ha assicurato il sindaco.
L’avvocato della famiglia Gray, riferisce il quotidiano locale “Baltimore Sun”, ha però accusato la polizia di voler “tenere segrete le circostanze della morte di Freddie fino a quando non avranno sviluppato una versione degli eventi che li assolverà da ogni responsabilità”. “Gray – ha assicurato il legale – era in buona salute quando è stato arrestato”.
Dopo l’annuncio della morte del giovane afroamericano, la Justice League di New York, che stava organizzando una marcia “per la giustizia” verso Washington, ha promosso una nuova iniziativa davanti alla stazione di polizia dove Gary era stato condotto in stato di arresto. “Quando è troppo è troppo. La brutalità della polizia deve finire”, ha affermato il gruppo in un comunicato.
L’iniziativa fa seguito a un’ondata di proteste che da circa un anno investe gran parte degli Usa, sin da quando un agente ha ucciso un ragazzo nero disarmato a Ferguson, in Missouri. Numerosi altri casi simili si sono poi susseguiti nell’arco dei mesi, fino a pochi giorni fa quando, in South Carolina, un poliziotto bianco ha sparato numerosi colpi alla schiena di un afroamericano che fuggiva a piedi dopo esser stato fermato per futili motivi. Ad inchiodare l’agente, che è stato arrestato e incriminato, un video girato con il telefonino da un testimone.