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“Un esercito di jihadisti in Italia”

Operazione dei Carabinieri del Ros di Palermo oggi. Le province coinvolte sono Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia, dove 15 fermi sono stati disposti nei confronti di persone accusate di istigazione a commettere delitti in materia di terrorismo, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri, ingresso illegale di migranti nel territorio nazionale ed esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria.

L'accusa nei loro confronti è di organizzare e gestire viaggi a bordo di natanti veloci di piccoli gruppi di migranti tra la Tunisia e l'Italia. Uno dei fermati, un tunisino, avrebbe istigato al terrorismo, invocato la morte in nome di Allah e fatto apologia dello Stato islamico. Sul suo profilo Facebook sono state trovate video e foto che inneggiavano all'Isis e con immagini di decapitazioni. L’inchiesta nasce dalla collaborazione con gli inquirenti di un tunisino coinvolto nell’attività della banda. L’uomo ha deciso di parlare per evitare, ha detto agli inquirenti, che ci si ritrovasse con “un esercito di kamikaze in Italia”, raccontando di essere a conoscenza dell’esistenza di una organizzazione criminale che gestiva un traffico di esseri umani, contrabbandava tabacchi e aiutava a espatriare soggetti ricercati in Tunisia per reati legati al terrorismo. Il fermato accusato di apologia all'Isis avrebbe pubblicato, sul suo profilo Facebook, video di esecuzioni fatte dal boia dello Stato islamico noto come Jihadi John, proveniente dalla Gran Bretagna. Sarebbbe stato anche scoperto materiale propagandistico delle attività di gruppi islamici di natura terroristica come preghiere, scritti, ordini, istruzioni e video con scene di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici e kamikaze presi dalla rete. Scoperti anche suoi contatti con profili di altri estremisti islamici. L’arrestato sarebbe stato uno dei cassieri dell’organizzazione e gli inquirenti sospettano che abbia usato il denaro guadagnato coi viaggi nel Canale di Sicilia anche per finanziare attività terroristiche.

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