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Tutti assolti nel processo di appello

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La Corte di Appello di Torino ha assolto tutti gli imputati del processo per le morti d'amianto alla Olivetti di Ivrea. In primo grado fra i condannati c'erano i fratelli Carlo e Franco De Benedetti, ai quali furono inflitti 5 anni e 2 mesi. Fra i 13 imputati c'era anche l'ex ministro Corrado Passera al quale, in primo grado, erano stata inflitta una pena di un anno e 11 mesi di reclusione. Il processo riguardava casi di dipendenti dell'azienda che si erano ammalati o erano deceduti per il contatto con sostanze nocive sul luogo di lavoro.

Le assoluzioni

I tredici imputati a pocesso per i decessi avvenuti tra il 2008 e il 2016 e le malattie provocate dalle fibre killer presenti nelle fabbriche o nei prodotti utilizzati nella realizzazione delle macchine da scrivere – come il talco utilizzato per far scorrere le componenti di gomma su quelle di metallo – sono stati assolti dai giudici della terza sezione penale della Corte di Appello di Torino, presieduta da Flavia Nasi, perché “il fatto non sussiste”.  

La controversia scientifica

Potrebbe essere stata la controversia scientifica sul tema del cosiddetto “effetto acceleratore” nelle malattie provocate dall’amianto a far cadere le accuse al processo Olivetti secondo l’analisi che, nell’attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, viene fatta sia dall’accusa che dalla difesa. “In pratica – spiega uno degli avvocati – il dirigente è considerato responsabile solo per i primi due anni di esposizione del lavoratore all’amianto. In questo caso De Benedetti è stato in carica a partire dal 1978 e i dipendenti erano stati colpiti dalla patologia in un periodo precedente. Se fosse accertata l’esistenza di un “effetto acceleratore” sarebbe diverso. Ma nella comunità scientifica non c’è un consenso unanime. E quindi la giurisprudenza non può tenerne conto“.

 

 

 

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