Una truffa ai danni di anziani che avrebbe fruttato, tra il 2015 e il 2016, ben due milioni di euro. Con questa accusa 18 persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Monza, in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal gip di del capoluogo brianzolo. I reati contestati alle persone coinvolte sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. La banda prendeva di mira persone anziane che in passato avevano effettivamente sottoscritto abbonamenti a riviste e chiedevano il pagamento di arretrati inesistenti. Le indagini sono scaturite da una denuncia per truffa presentata, a novembre 2015, alla Guardia di Finanza di Ivrea (TO) da un sessantasettenne che era stato indotto, attraverso numerose e pressanti telefonate ricevute da un sedicente avvocato, a pagare con bonifici circa 8.000 euro per saldare dei presunti debiti – in realtà inesistenti – relativi ad abbonamenti a riviste. Dopo i primi accertamenti condotti dai Finanzieri piemontesi, in collaborazione con i colleghi di Monza, si scopriva che le basi operative dei truffatori erano già da tempo attive a Brugherio (MB) e a Cologno Monzese (MI).
Grazie al lavoro investigativo è stato possibile smantellare una vera e propria associazione a delinquere finalizzata alla commissione sistematica di truffe ai danni di persone che in passato avevano effettivamente sottoscritto abbonamenti a riviste apparentemente riconducibili alle Forze dell'ordine. I militari hanno infatti accertato come alcuni membri del gruppo, spacciandosi per avvocati, giudici, ufficiali giudiziari, funzionari dell'Agenzia delle entrate ed appartenenti alla Guardia di Finanza, contattavano telefonicamente in tutta Italia ex abbonati alle predette riviste, ai quali comunicavano presunti debiti con conseguenti atti di pignoramento già emessi nei loro confronti, e proponevano una transazione bonaria mediante il pagamento tramite bonifico di somme di denaro per svariate migliaia di euro. Qualora le vittime non avessero accettato – questa la minaccia dei truffatori – sarebbe proseguita la procedura di recupero forzoso del credito. Tra i casi più eclatanti, il raggiro commesso nei confronti di una donna ultra ottantenne, residente a Milano, che ha effettuato in un anno bonifici a favore dei truffatori per circa 150.000 euro. I numeri telefonici delle vittime, per lo più anziane e talvolta anche disabili, venivano “comprati” illecitamente da dipendenti di imprese operanti nel settore dell'editoria e della distribuzione di riviste. A due dei promotori del raggiro è stato contestato il reato di autoriciclaggio, avendo utilizzato una parte del profitto derivante dalla truffa (225.000 euro) per acquistare un immobile intestato ad una società dagli stessi amministrata. Secondo la ricostruzione dei flussi finanziari riconducibili agli indagati eseguita dai Finanzieri, i proventi illeciti complessivamente conseguiti dall'associazione criminale tra il 2015 e il 2016 ammontano a circa 2.000.000 di euro.