Torna la calma nella tendopoli di San Ferdinando (RC) dopo la manifestazione di ieri per chiedere giustizia per Soumalia Sacko, il maliano sindacalista dell'Usb ucciso a colpi di fucile sabato sera a San Calogero (VV). Dopo la protesta i connazionali della vittima sono rientrati nella baraccopoli e questa mattina hanno ripreso a lavorare.
La manifestazione
Ieri – dopo due cassonetti incendiati nella notte e rovesciati davanti all'ingresso per bloccare l'accesso alle auto – decine maliani sono usciti dalla tendopoli presidiata dalle forze dell'ordine avviandosi verso il Comune di San Ferdinando scandendo slogan come “verità”, “giustizia”, “schiavi mai” e “Soumaila, uno di noi” e mostrando foto del giovane ucciso. “Siamo persone, non animali, ma ci uccidono come animali” hanno detto in coro alcuni manifestanti. All'inizio della marcia non sono mancati momenti di tensione, quando una pattuglia della polizia si è trovata nel mezzo del corteo, finendo colpita con pugni sul cofano.
L'incontro
Poi la situazione è tornata relativamente tranquilla ed i manifestanti sono arrivati in Comune dove una delegazione è stata ricevuta dal sindaco Andrea Tripodi, e dal vicario della Questura di Reggio Calabria, Gaetano Cravana. “Basta tendopoli, vogliamo delle case” è stata la richiesta ai rappresentanti delle istituzioni, ai quali è stato sollecitato anche un incontro con il ministro del Lavoro, con il Prefetto, i sindaci del territorio e la Regione per “avviare insieme un progetto di accoglienza“. Ed il prefetto Michele di Bari, accompagnato dal questore Raffaele Grassi e da ufficiali dei carabinieri e della Guardia di finanza, li ha incontrati, ringraziandoli anche per avere mantenuto la protesta tutto sommato pacifica. Oltre all'invito a evitare la violenza, di Bari ha voluto sottolineare che “a San Ferdinando e nella Piana non partiamo da zero” e che il prossimo obiettivo “è abbattere la baraccopoli perché è un non luogo e perché l'accoglienza deve andare di pari passo con il rispetto della legalità”.
Nel mirino
Non sono mancati gli attacchi al neo-ministro dell'Interno Matteo Salvini, criticato anche dal Pd per non essere intervenuto sulla vicenda. “A Salvini vogliamo dire che la pacchia è finita per lui, perché per noi la pacchia non è mai esistita” ha detto Ababacur Sauomaoure, dell'esecutivo nazionale Usb, giunto dalla Puglia. Parole riprese dall'edizione odierna del Giornale che il ministro dell'Interno ha commentato con un tweet ironico: “#colpadisalvini”.