Nuove i primi passi l'indagine sul container degli orrori, bloccato ieri in un parcheggio della cittadina britannica di Purfleet, nell'Essex, all'interno del quale erano stati rinvenuti 39 cadaveri (31 uomini e 8 donne), tutti di origine cinese. Al momento, però, di chiaro non c'è praticamente nulla: l'autista del camion, un 25enne nordirlandese, è stato arrestato e interrogato più volte da Scotland Yard ma, almeno per ora, non è stata definita la natura del suo coinvolgimento nella vicenda, anche se le Forze dell'ordine hanno avviato due perquisizioni in altrettante proprietà in Irlanda del Nord. Non è stato appurato nemmeno dove le 39 vittime siano state fatte salire visto che il tir, proveniente dalla Bulgaria, era arrivato in Inghilterra dal Belgio – attraversando il tratto di mare verso il Tamigi, anche se in un primo momento era stato ipotizzato che fosse approdato a Holynhead, nel Galles, dopo essere passato dai porti irlandesi e forse anche da Dublino – a bordo di una nave cargo. Alcuni tabloid avrebbero ipotizzato che sia stato proprio l'autista, non appena resosi conto di cosa il camion trasportasse, ad allertare i soccorsi. La sua posizione è tuttavia ancora al vaglio degli inquirenti: qualora fosse stato consapevole della presenza dei corpi a bordo, scatterebbe immediatamente l'accusa di omicidio plurimo.
L'indagine
Se sull'itinerario seguito e sul tragico destino dei 39 a bordo non è stata fatta ancora piena chiarezza, è stato invece ipotizzato come le vittime siano morte: secondo le prime analisi, potrebbero aver perso la vita per congelamento, poiché sembra che il container fosse dotato di un impianto di refrigerazione (probabilmente destinato a un eventuale carico di alimenti che necessitano la conservazione in celle frigorifere) con temperature che possono scendere ben al di sotto dei 20 gradi sotto zero. Al vaglio degli investigatori, però, ci sono anche altre ipotesi come gli stenti o l'asfissia. Sulla loro sorte, secondo quanto formulato finora, si staglierebbe l'ombra del crimine organizzato, nell'ambito di un traffico di esseri umani destinato ai più diversi scopi illegali. Anche alla luce di tale sospetto (sul quale si resta comunque nel campo delle ipotesi) resta da definire la posizione dell'autista nordirlandese, per capire se fosse una persona informata dei fatti o, piuttosto, un “attore” ignaro di quanto stesse accadendo. E, in caso sia stato davvero un sistema di congelamento a provocare la morte dei 39 a bordo, perché questo sia stato attivato.
Intanto, è iniziata la delicatissima operazione di rimozione dei cadaveri, da effettuare con estrema cautela al fine di non compromettere le analisi per il loro riconoscimento che, come affermato dal sovrintendente capo della Polizia londinese, resta la priorità degli inquirenti. Non sarà semplice e, su questo la Polizia è stata chiara, ci vorrà del tempo.