Nove persone sono morte travolte da una valanga in Tibet. Lo hanno reso noto le autorità locali, specificando che le vittime erano tutte residenti di un villaggio nella prefettura di Ngari, ad oltre mille chilometri dalla città principale tibetana, Lhasa. L’area dove si è verificata la valanga è una remota regione del nord-ovest, abitata da contadini e pastori, con altitudini medie di 4.500 metri. La valanga ha seppellito anche centinaia di animali, tra yak e pecore, impoverendo ulteriormente la zona.
Le valanghe non sono eventi remoti in Tibet, chiamato anche Tetto del Mondo o Paese delle Nevia a causa dell’altitudine media di 4.900 m. delle vette più alte del pianeta. Nel settembre del 2014 morirono sotto una valanga sullo Shisha Pangma un alpinista italiano, Andrea Zambaldi, assieme al suo compagno di cordata, il tedesco Sebastian Haag. L’incidente era avvenuto durante la “Double 8 Expedition”, il tentativo da record di scalare due vette da ottomila metri entro una settimana, coprendo i 170 km di distanza tra le due montagne in mountainbike. Zambaldi, nato 32 anni fa a Milano, viveva e lavorava a Bolzano. La tragedia era avvenuta a quasi 8.000 metri di quota quando una valanga aveva travolto la cordata uccidendo due alpinisti sui tre partecipanti.