Barricate abbattute, attivisti dispersi e forze di Polizia poste ora a presidio del cantiere Tap di Melendugno, in località San Basilio. Il blitz degli agenti è stato effettuato nella notte contro le barriere erette dal gruppo di manifestanti contrario alla realizzazione del gasodotto che, se realizzato, dovrebbe condurre in Italia il gas dall’Azerbaigian. Almeno una cinquantina le persone presenti all’arrivo delle Forze dell’ordine, colte di sorpresa e presto confinate in un’area nei pressi dell’ingresso del cantiere, da dove hanno continuato a esprimere il loro dissenso lanciando slogan contro Tap e la Polizia. La questione, nonostante l’apparente tregua stipulata tra Comune e società, resta ancora l’espianto degli ulivi (211 quelli che da eradicare nella prima fase dei lavori, 2 mila in tutto, i quali dovrebbero comunque essere ripiantati al loro posto a lavori conclusi), nello specifico gli ultimi 43 rimasti, per i quali si era profilata una messa in sicurezza direttamente sul posto.
Il via libera del Tar
Non si sono comunque registrati momenti di particolare tensione fra manifestanti e poliziotti, arrivati nell’area del cantiere di San Basilio con il supporto di ruspe e Vigili del fuoco. Gli ultimi ulivi rimasti sono stati espiantati e trasportati in un’altra zona, al centro del cantiere, dove attenderanno in alcuni vasi appositi di essere ripiantati sul terreno una volta realizzato il gasodotto, di fatto concludendo la diatriba sull’eradicazione delle piante andata avanti da due mesi a questa parte. Appena prima di Pasqua, il Tar aveva accolto la richiesta di sospensione dei lavori ma, passata la festività, lo stesso tribunale aveva nuovamente autorizzato la ripresa delle attività del cantiere e, di conseguenza, alla rimozione degli ulivi.
La legge regionale
L’incombente necessità di sistemare in modo rapido le piante negli appositi vasi (profondi circa tre metri), era stata ribadita anche nell’incontro tenutosi tra i vertici del consorzio e gli agronomi della Regione Puglia nella giornata del 26 aprile, durante il quale era stata disposta la definitiva eradicazione con messa in sicurezza degli 11 ulivi del lotto A1. Un’operazione da effettuare necessariamente entro il 30 aprile, come previsto dalla legge regionale, in quanto attendere la fine dei mesi estivi avrebbe potuto comportare quasi certamente la morte degli alberi. La richiesta degli attivisti no Tap, invece, premeva per lasciare gli ulivi al loro posto ed effettuarne la cura direttamente sul terreno.
Foto: Repubblica.it