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Tabaccaio spara e uccide un ladro

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Ennesimo tentativo, finito male, di rapina nei confronti di una tabaccheria. Nella notte a Pavone (Torino), tre persone hanno tentato l’assalto all'esercizio commerciale. Però è scattato l'allarme che ha richiamato il proprietario del locale. Secondo la sua versione, una volta arrivato sul posto, avrebbe trovato questi tre individui e dopo una breve colluttazione avrebbe sparato e ucciso uno dei banditi. La vittima è un ragazzo di origine moldava. Il tabaccaio ora si trova in commissariato, indagato per eccesso colposo di legittima difesa, e con ogni probabilità in mattinata sarà sentito in procura a Ivrea. Potrebbe beneficiare della nuova legge sulla legittima difesa. I complici della vittima sono fuggiti. Davanti alla tabaccheria è stato trovato un palanchino. Sulla vicenda indaga la polizia.

I precedenti

E’ il 17 maggio del 2003 quando il tabaccaio Giovanni Petrali, 75 anni, dopo essere stato malmenato e minacciato da alcuni rapinatori, estrae la pistola e spara quattro colpi, andati a vuoto, dentro il suo negozio di piazzale Baracca, a Milano. Ne seguono altri tre, esplosi all’esterno mentre i malviventi fuggono. Uno di loro, Alfredo Merlino, cade a terra e muore; un altro, Andrea Solaro, rimane ferito a un polmone. I giudici di primo grado lo condannano ad una anno e 8 mesi per omicidio colposo, mentre in appello il tabaccaio è assolto perché gli viene riconosciuta la “legittima difesa putativa”. Non solo tabaccai nella lunga lista dei precedenti. Graziano Stacchio è un benzinaio di Ponte di Nanto (Vicenza): il 3 febbraio 2015 spara contro 5 rapinatori che prendono d’assalto una gioielleria vicino al suo distributore. Usa un fucile per difendere la sua commessa, spara tre colpi: uno di questi recide l’arteria femorale di Albano Casso, giostraio 41enne, trovato morto dissanguato poco lontano dopo un tentativo di fuga. Uno dei malviventi rimane ucciso. Viene incriminato con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Dopo un lungo procedimento, molto sentito dall'opinione pubblica, la sua posizione viene archiviata il 16 giugno del 2017.  

Giuseppe China: