Il ceceno Zaur Dadayev, uno dei 5 sospetti per l’omicidio di Boris Nemtsov, ha confessato il suo coinvolgimento nel delitto: lo ha reso noto il giudice che ha confermato l’arresto. Confermato anche l’arresto di Anzor Gubashev, presunto esecutore dell’uccisione insieme a Dadayev. Ci sono anche 3 nuovi sospetti nelle indagini: Shagit Gubashev, fratello di Anzor e cugino di Dadayev e altre 2 persone identificate come Ramzat Bakhaev e Tamerlan Eskerkhanov. I tre negano il loro legame con il crimine.
Sull’omicidio del leader dell’opposizione russo il Cremlino non perde tempo. Il direttore dei servizi segreti di Mosca (Fsb), Aleksandr Bortniko aveva dichiarato sabato, in conferenza stampa, che la polizia aveva fermato due uomini sospettati di aver compiuto l’esecuzione. Secondo le fonti investigative, le tracce di chi ha ordinato l’omicidio potrebbero portare all’estero. Nella notte fra sabato e domenica, fra l’altro, sarebbero state fermate altri due sospetti.
Intanto avrebbe ricevuto minacce di morte Anna Duritskaia, la giovane compagna ucraina di Boris Nemtsov che nella notte del 27 febbraio era stata testimone oculare dell’omicidio. A sostenerlo è il procuratore generale ucraino Viktor Shokin secondo cui, a denunciare le minacce avvenute nella casa paterna a pochi chilometri da Kiev, sarebbe stata la stessa modella, tornata in patria nella notte tra lunedì e martedì dopo essere stata a lungo interrogata a Mosca. Le autorità ucraine hanno subito assicurato che saranno adottate “tutte le misure necessarie per proteggere la vita” della ragazza, e il consigliere del ministro dell’Interno Anton Gherashenko ha dichiarato che non verrà spedita a Mosca: “Vengano in Ucraina gli investigatori russi se necessario”, ha apostrofato il consigliere.