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Studentesse Erasmus morte a Tarragona, il giudice archivia la causa penale: la protesta delle famiglie

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Stupefatti e nuovamente sotto choc. Così si sono definiti i familiari delle tredici studentesse del programma Erasmus, decedute lo scorso marzo in seguito allo schianto del bus sul quale viaggiavano, in seguito alla lettura della sentenza emessa dal giudice istruttore di Amposta vicino a Tarragona, che ha deciso di archiviare la causa penale.

L’indagine condotta dai Mossos d’Esquadra, la polizia regionale catalana, indicava che un colpo di sonno dell’autista era la causa più probabile dell’incidente. Il conduttore, denunciato per 13 omicidi – tra le ragazze decedute c’erano anche sette studentesse italiane – “per imprudenza”. Infatti, secondo quanto riportato dalla stampa spagnola, il conducente del mezzo avrebbe confessato ai soccorritori, dopo lo schianto: “mi sono addormentato”. La scatola nera aveva rivelato che il bus aveva avuto diversi anomali cambiamenti di velocità prima di rovesciarsi sull’asfalto, nella corsia opposta.

Nel documento di archiviazione, citato da Efe, il gip di Amposta, esprime però un parere diverso: esclude che l’incidente sia stato dovuto a problemi meccanici o alla guida imprudente dell’autista e in assenza di responsabilità penali rinvia le parti al procedimento civile. Contro la decisione del magistrato spagnolo può essere fatto appello. Possono impugnarla in particolare i legali delle famiglie delle vittime.

Nella sentenza il magistrato di Amposta afferma che l’autista circolava alla velocità massima consentita di 100 km/h e aveva rispettato i tempi di riposo regolamentari, e esclude che possa essere stato distratto da un cellulare. Il gip rileva anche che le analisi del sangue hanno escluso un tasso di alcolemia anomalo. Al momento dell’incidente era emerso che il bus carico di studenti Erasmus era partito all’alba da Barcellona per Valencia per la tradizionale festa di primavera delle Fallas per rientrare la notte successiva. Una pratica corrente nei viaggi in bus low cost per studenti fra le due città spagnole, che però solleva dubbi dal punto di vista della sicurezza e soprattutto sul rispetto dei tempi di riposo degli autisti.

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