Un tunisino di 40 anni è stato arrestato a Berlino nell’ambito delle indagini sull’attentato al mercatino di Natale. Lo ha confermato la procura generale, come riporta la Dpa. L’uomo è sospettato di essere “un presunto contatto” di Anis Amri – considerato l’autore del massacro – giacché il suo “numero di telefono era nello smartphone” dell’attentatore ritrovato dagli investigatori.
“Ulteriori indagini indicano” che il tunisino “potrebbe essere coinvolto nell’attentato” di Berlino, precisa la Procura tedesca spiegando “che per questo è stato temporaneamente arrestato”. Secondo quanto riferisce Spiegel online, citando “ambienti di sicurezza” le perquisizioni sono avvenute nel quartiere di Tempelhof, a sud della città.
Continuano, intanto, le indagini per cercare di ricostruire il viaggio del killer verso Berlino. Secondo i media olandesi Amri sarebbe passato da Amsterdam per arrivare a Lione. L’uomo avrebbe quindi raggiunto la Francia via l’Olanda, con un bus della società Flixbus partito dalla stazione di Sloterdijk di Amsterdam sino a Lione senza mai essere stato controllato nonostante viaggiasse armato. Non si sa ancora come invece abbia raggiunto Amsterdam da Berlino.
I familiari di Amri sono stati sentiti da Rainews24. “Come si fa a registrare un video con degli auricolari? Sembra che ci sia qualcuno che lo sta riprendendo mentre un altro gli suggerisce cosa dire” ha detto la madre a proposito della clip in cui il killer di Berlino esortava a uccidere in “tutta Europa i crociati maiali” e giurava fedeltà al leder dell’Isis al Baghdadi. “Mio figlio non era a suo agio mentre parlava – ha aggiunto – era esitante a tratti, guardate il filmato di nuovo”. La ha poi chiesto il rientro della salma di suo figlio, e di essere portata a vederlo. “Lui è morto e con lui è morta anche la verità. Io l’ho rinnegato e così tutta la sua famiglia ma sono sicura che non lo ha fatto di sua volontà: era giovane, qualcuno lo ha spinto a compiere questa strage. Non so come hanno fatto ad indottrinarlo“.