Iecine di migliaia di persone hanno invaso Macerata per partecipare al corteo antirazzista e antifascista promosso dai locali centri sociali e autorizzato ieri dalle Questura: secondo gli organizzatori, il numero dei partecipanti oscillerebbe fra i 20 e i 30 mila. Un imponente piano di sicurezza è stato previsto per accompagnare la marcia dei manifestanti dalla partenza dai Giardini “Diaz” fino al ritorno nello stesso luogo, al termine di un percorso diramato attorno al tratto delle mura cittadine. Assieme ai militanti dei centri sociali, sono scesi in strada con il corteo anche “Emergency” e alcuni rappresentanti dell'Anpi romana, i quali hanno aderito in disaccordo con la direzione generale dell'Associazione dei partigiani la quale, uniformandosi al sindaco Carancini, aveva deciso di non partecipare onde evitare di creare ulteriore tensione: “Col cuore – ha spiegato il sidnaco maceratese – oggi sarò in piazza, ma, per coerenza, riconfermo che la città ha bisogno di respirare… Un'amministrazione locale poi deve fare i conti con la quotidianità… Sono stato accusato di indegnità per aver sostenuto che Macerata non doveva ospitare sfilate e manifestazioni di piazza. La mia posizione non cambia. Dopo il clamore mediatico, a noi spetta il compito e il ruolo di ricucire uno strappo anche psicologico che c'è stato. Avevo chiesto solo il tempo per respirare”. Altre manifestazioni si sono svolte in altre città d'Italia: a Torino, dove si sono verificati alcuni scontri fra schieramenti opposti, ma anche a Milano, Bologna, Roma e Palermo.
Macerata off-limits e cori sulle foibe
Praticamente tutti i partiti della sinistra hanno aderito al corteo antirazzista, uniti alle bandiere dell'Arci, di Amnesty e altre realtà attive in ambito sociale, così come pure qualche no-Tav, tutti in strada per manifestare il proprio dissenso contro l'escalation di violenza seguita alla morte di Pamela Mastropietro, tradotta nell'azione vendicativa dell'estremista Luca Traini contro alcuni immigrati della città, feriti nel corso del suo raid. La città è stata sottoposta a un rigido piano di sorveglianza per evitare disordini e incidenti durante la sfilata del corteo: scuole chiuse, bus sospesi e, fino a poco prima dell'inizio della manifestazione, anche pochissima gente in giro per le strade. Secondo i numeri forniti dalla Questura, i partecipanti sarebbero stati circa 20 mila. La giornata, tutto sommato pacifica, è stata macchiata dai cori offensivi contro la Giornata del ricordo delle foibe, levati durante il percorso: “Ma che belle son le foibe da Trieste in giù”, hanno intonato alcuni gruppi di dimostranti, in insulto alla tragedia degli eccidi delle fosse carsiche.Cori che “sono scandalosi, calpestano morti innocenti e tradiscono gli ideali della Resistenza”, come spiegato dalla presidente del Friuli-Venezia Giulia, Deborah Serracchiani, secondo la quale “è agghiacciante che, proprio nel Giorno del Ricordo, qualcuno abbia il coraggio di esibire approvazione per un massacro. L’antifascismo su cui si fonda la nostra Repubblica è democrazia e tolleranza, non violenza cieca e furore ideologico”. Per le vie della città, per tutta la mattina si è vissuto un clima da coprifuoco: anche i negozi del centro storico, pur lontani dal percorso del corteo, sono rimasti chiusi in via precauzionale. In mattinata, le Forze dell'ordine avevano recuperato e sequestrato alcune mazze ma, secondo gli inquirenti, non avrebbero avuto nulla a che vedere con la manifestazione.
Minnit: “Fascismo morto da un pezzo”
Anche il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha parlato della situazione nata e sviluppatasi in questi giorni a Macerata: “Il fascismo in Italia è morto per sempre – aveva detto in mattinata – e non ha lasciato un ricordo buono al nostro popolo. Il fascismo e il nazismo sono morti per sempre e per quanto mi riguarda, parlo da ministro, c'è un limite oltre il quale non si può andare in una democrazia e non consentiremo a nessuno di superare questo limite”. Al termine della giornata, dal Viminale è stata espressa “soddisfazione” per lo svolgimento delle 150 manifestazioni previste sull'intero territorio nazionale, con l'impiego di circa 4 mila unità delle forze di polizia. A eccezione “delle inaccettabili violenze di Piacenza”, il tutto si è svolto “in un quadro di sostanziale tranquillità per l'ordine pubblico”, compreso l'evento di Macerata che “ha avuto luogo in un clima pacifico e di assoluta serenità”.