A Lexington, in Kentucky, nel parcheggio di un ristorante fast-food, il Cook Out, per cause ancora da accertare, avviene una sparatoria tra i passeggeri di due macchine, una Dodge Charger grigia e un’auto sportiva, scura, con i finestrini oscurati. Rimane ferita una giovane ragazza, colpita al collo. Subito viene trasportata da un mezzo privato in un primo ospedale, poi all’Uk Hospital, cioè l’University of Kentucky Medical Center. Qui, un ufficiale della Fayette County, la dichiara morta. È Trinity Gay, la figlia quindicenne di Tyson, uno dei migliori sprinter al mondo dell’ultimo decennio, triplice campione del mondo a Osaka 2007 tra 100, 200 e 4×100, in agosto frazionista della staffetta veloce a stelle e strisce in gara all’Olimpiade di Rio. Sui 100, personale di 9″69, solo Usain Bolt vanta un tempo migliore.
“Non ce l’ha fatta – commenta senza avere parole, mentre sta per salire su un aereo che dalla California, dove fa base, lo condurrà a Lexington – sono così confuso. La scorsa settimana, approfittando del break scolastico, eravamo stati insieme, è una cosa pazzesca. Non ho idea di cosa sia successo”. Trinity, seguendo le orme del padre, era una promettente velocista: in maggio era stata quarta nei 100 e quinta nei 200 ai campionati del Kentucky per atleta della sua età. Due passeggeri della Dodge Charger sono stati fermati e sono sotto inchiesta. La polizia sta ancora cercando di localizzare quelli dell’altro veicolo coinvolto.