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Sit in per ricordare la studentessa cinese morta dopo uno scippo

Si è tenuto a Tor Sapienza un sit in per ricordare Zhang Yao, la giovane studentessa cinese travolta da un treno mentre tentava di inseguire tre banditi che le avevano scippato la borsa con i documenti di soggiorno appena ritirati nell’Ufficio immigrazione di via Patini. Alla commemorazione ha partecipato anche il padre della ragazza: “Diteci la verità di come è morta mia figlia – ha detto tra le lacrime – Non è possibile vivere nel terrore in pieno giorno. Ancora non riesco a credere che sia successo alla mia unica figlia. Vi prego, aiutateci a capire. L’Italia era il nostro sogno, non pensavo che sarebbe diventato un inferno”. La polizia intanto sta stringendo il cerchio intorno ai rapinatori. Il sospetto è che si possa trattare di tre giovani o giovanissimi che vivono nell’insediamento nomadi di via Salviati, poco distante e che sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza di un’azienda. E’ stato ritrovato anche il cellulare della ventenne: lo ha individuato l’inviato della trasmissione “Chi l’ha visto?”. Un iPhone 6 bianco e argento, trovato vicino al luogo dove è stato rinvenuto il corpo della giovane, scaraventata in un dirupo di circa tre metri dal treno proprio mentre stava telefonando a una coinquilina per chiederle aiuto. Gli agenti della Squadra Mobile lo hanno acquisito, hanno verbalizzato il racconto dell’inviato e hanno iniziato gli accertamenti di rito sul telefonino. “Chiedo giustizia e sicurezza per tutti gli altri studenti e ragazzi, non solo cinesi. Ho massima fiducia nelle forze dell’ordine”, ha detto ai microfoni del Tg1 il padre della giovane, che frequentava un corso di moda all’Accademia di Belle arti a via Ripetta e abitava in una casa in affitto al quartiere Don Bosco. La comunità cinese non nasconde la rabbia e paura: “Gli studenti che si trovano a Roma non si sentono più sicuri – spiegano – hanno chiesto all’ambasciata di essere protetti perché non si sentono più sicuri. Abbiamo paura, come è possibile che si venga scippati in pieno giorno davanti a un ufficio della Questura? Quella ragazza era felice, non meritava di morire così”.

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